I ragazzi e le chat. Un argomento proposto ai 5mila siti di RepubblicaScuola
E fioccano racconti e riflessioni. Tra entusiasmo, ironia e qualche paura

"Se non chatti non sei nessuno"
La giornata sul web degli studenti

Federico Pace, la Repubblica 31.3.2009

Slanci e timori alla tastiera del pc. I teenager nel dedalo di chat e forum. Tra entusiasmo per scoperte e amicizie e diffidenza per il lato oscuro, minaccioso della comunicazione sociale in rete. Ma forse, più di ogni altra cosa, sono il gioco, l'ironia e il piacere a prevalere nelle parole dei tanti ragazzi che nei siti dei loro 5mila istituti partecipano al progetto di Repubblica@Scuola, e che hanno cominciato a raccontare sul Repubblica.it il loro modo di vivere una giornata su Internet. Con i loro "nickname".

Tra emoticon e realtà. "Quanto volte ci siamo sentiti inferiori solo perché ci dicevano Tu non vai mai su Msn , come se fosse un delitto capitale". A raccontarlo, con ironica leggerezza, è Panino. Se non vai sul messenger, dice lo studente, non sei nessuno. Se non entri in una community, quando sei un teenager, ti fanno quasi sentire in colpa. "Tanto che alla fine, quanto torni a casa, pure se hai un sacco di compiti da fare, ti senti quasi in dovere di fare un salto nella community". E ti metti a spiccicare quei discorsetti fatti di emoticon, le faccine che sorridono (n. d. r.), e abbreviazioni ridicole. Tanto poi, "quando ti trovi faccia a faccia è tutta un'altra storia". Allora, dal vivo, pure pronunciare un "Ciao" è "una conquista".

La scoperta e le nuove amicizie. Per Abbracci "chattare è bellissimo". Per descriverlo usa quasi le stesse parole che utilizzerebbe l'autore di una favola per svelare lo stupore di una principessa quando intravede una casetta colorata in un bosco. "Tanto tempo fa mi è capitato di andare su un sito davvero carino, mi sono ritrovata in una piccola chat, ho provato ad usarla e ho fatto nuove amicizie. Ho avuto modo di chattare con un'amica conosciuta a Torino, in occasione di un breve viaggio. Credetemi, è davvero bellissimo".
Milanella è iscritta a tre chat. "Fino ad ora non ho avuto alcun problema, chatto con molte persone, ogni giorno ne conosco di nuove". Se c'è qualcosa che non va, secondo lei, è che "i ragazzini non devono usare internet per prendere in giro gli amici o diffondere delle falsità". Scricciola90 dice che grazie a Internet ha "ritrovato la gioia di volere bene". Sul Web dice "si può trovare l'amore, un amore inaspettato. Si può conoscere una persona caratterialmente". Senza l'ostacolo o l'ingombro di mille altre cose. Senza tutti gli imbarazzi di troppo.

I genitori e i virus. Qualcuno ha dovuto superare le resistenze, neppure troppo forti, dei genitori. Farncesco0007 usa il messenger da circa due anni. "Io chatto soprattutto di sera. Con i miei amici e ragazzi conosciuti online. I miei genitori non erano tanto d'accordo inizialmente. Poi hanno capito che non c'è niente di male. " Il massimo che gli è capitato, come a molti, sono state le "pubblicità inutili" e qualche virus di troppo che gli hanno "impallato il computer".

Il volto che preoccupa. Dalle testimonianze, soprattutto di studentesse, viene fuori però anche il volto più inquietante di Internet. Luce97 racconta di quel che è accaduto a una sua amica quando sul messenger "ha scambiato una persona credendola una amica, le parlava dei suoi segreti e delle sue simpatie. E quella persona faceva finta di essere una ragazzina che conosceva. Fino a che ha scoperto l'inganno". Forse è per questo che confessa "non messaggio mai con nessuno perché ho paura che uno delle superiori mi faccia brutti scherzi". E Ninfee913 dice che "bastano due complimenti e lo sconosciuto diventa improvvisamente la persona più speciale e dolce del mondo e cose così. In questo modo si diventa dipendente da questi complimenti".

L'esigenza antica. Pennavvelenata prova ad andare più a fondo e si interroga sulla natura celata di quello che accade in questi spazi di comunicazione virtuale. Nelle chat "sono chi voglio e dico cosa mi pare. Se questa illusione dorata dovesse sparire, si tornerebbe alla ferrea normalità". I social network, scrive il giovane redattore, sono "una risposta nuova a un bisogno antico: la fuga da un mondo che va stretto. Da una vita che va stretta".

Come il fuoco. Scarpa95 mostra grande sicurezza. Dice "noi siamo adolescenti e per questo abbiamo molta confidenza col web. Ci accorgiamo quando stiamo facendo una cosa sbagliata o pericolosa per la nostra privacy". Per il redattore-studente Internet può essere utile e pericoloso allo stesso tempo. Racconta di quando, mentre se ne va in giro per Internet con i suoi amici, "ci vengono poste delle domande come inserisci il tuo numero di cellulare per vincere". Alla fine sembra difficile non dare ragione a Manli. "Internet, scrive nel suo racconto, è come il fuoco. E' solo uno strumento che l'uomo deve imparare a gestire".