La prima volta del voto di condotta Tuttoscuola, 5 marzo 2009 Dieci anni fa negli istituti superiori vivacchiava ancora il voto di condotta, prima che il regolamento dell'autonomia ne decretasse formalmente una archiviazione che le scuole avevano già per proprio conto decretato nei fatti. Ora quel voto, con una quantificazione diversa e con un peso ben più significativo di allora, ritorna e fa parlare molto di sé, come dimostrano le cronache di questi ultimi mesi. Il Miur ha rilevato il voto del comportamento allo scrutinio intermedio e ne ha reso noti i risultati. Se i 5 in condotta saranno confermati anche nello scrutinio finale saranno respinti o non ammessi all'esame di Stato 34.311 studenti degli istituti di istruzione secondaria di II grado. Sono solamente l'1,3% dei 2,5 milioni e più di studenti degli istituti superiori: una cifra che può sembrare non rilevante se non fosse per il fatto che tra di loro 8.151 studenti hanno la sufficienza in tutte le discipline di studio, mentre sono incorsi nella insufficienza soltanto in condotta. Questi 8 mila e più studenti indisciplinati non avrebbero corso rischi di bocciatura in passato, perché sarebbero stati salvati dal rendimento sufficiente. Ora, invece, sono proprio a rischio. La Campania, con quasi il 9% di indisciplinati, è la regione con il maggior tasso di cinque o quattro in condotta, seguita dalla Sardegna e dalla Sicilia. Veneto, Friuli, Umbria e Marche hanno fatto registrare, invece, tassi molto bassi di condotta insufficiente. Gli studenti degli istituti professionali e quelli dei tecnici hanno segnato il record negativo di insufficienze in condotta tra i diversi tipi di istituto. |