Scuola, dopo il flop maestro unico di Maristella Iervasi, da l'Unità 11.3.2009 Per non perdere la faccia con le famiglie - che hanno bocciato il «suo» maestro unico - ora Maristella Gelmini cerca di uscirne con un piccolo trucco: lo sconticino mascherato sugli organici. Il ministro dell’Istruzione ha infatti chiesto a Tremonti di salvare 5mila cattedre dalla pesante mannaia che incombe sulla scuola elementare e media. La riduzione dei tagli sui docenti di diritto saranno spostati sui supplenti annuali. E per addolcire «il parto» ai sindacati (Flc-Cgil, Gilda, Uil e Cisl scuola) ha risnocciolato l’intenzione di fare 20mila nuove assunzioni, tra docenti e personale Ata (collaboratori scolastici e amministrativi). Un fatto che s’impone per via dell’esodo dalla scuola dovuto anche alla sua controriforma. Ma la mossa della Gelmini maestra unica è stata subito smascherata: «L’ingegneria amministrativa non ci basta» ha subito risposto Mimmo Pantaleo segretario generale della Flc-Cgil. Che continuerà la battaglia per la difesa della scuola pubblica a partire dallo sciopero di mercoledì 18 marzo, al quale prenderà parte anche il Gilda degli insegnanti. La proposta di Viale Trastevere, infatti, non allontana per nulla l’«espulsione» dalla scuola di 42.100 posti docenti previsti per il prossimo anno scolastico. «Il 90% dei tagli verrà fatto subito - sottolinea Pantaleo - il resto tra quattro mesi». Sulla stessa lunghezza d’onda, Mariangela Bastico, responsabile scuola del Pd: «Lo slittamento del taglio di 5000 unità dall’organico di diritto a quello di fatto è solo un effetto ottico - commenta -. La proposta poi di nuove assunzioni è assolutamente inadeguata rispetto alle esigenze: 13mila docenti proposti contro gli almeno 70mila posti vacanti, derivanti anche dagli oltre 40mila pensionamenti di docenti». Più del doppio dello scorso anno.
Più concilianti gli altri sindacati. «Abbiamo preso atto che ci
saranno 5 mila tagli in meno nell’organico di diritto del personale
della scuola - ha detto Massimo Di Menna della Uil -. È un
contributo ragionevole». |