Incapacità di dare un volto
all’infanzia da Tuttoscuola, 31 marzo 2009 Intervenendo a Roma al IX Forum del Progetto culturale che ha dedicato una sessione speciale all'emergenza educativa, il sociologo Giuseppe De Rita ha messo in evidenza la necessità di "studiare strategie legate alla realtà in cui si trova la scuola italiana, anche perché in questi anni abbiamo fatto molti ragionamenti ad alto livello, ma che poco hanno inciso nel concreto". Evidente il riferimento alle riforme avviate, negate, abrogate e rilanciate in questo decennio che a tutt'oggi non hanno consentito l'avvio reale di cambiamenti e innovazioni significative. De Rita ha messo in luce diversi punti critici nella sua relazione, tra cui, quella che riguarda l'infanzia, un settore educativo poco considerato dai politici di casa nostra. "C'è un'assoluta incapacità di dare volto alla prima infanzia. I bimbi vengono lasciati soli, caricati di emozioni, ma privi di capacità ad elaborare sentimenti." Da questa situazione mal governata, secondo De Rita, si ha come conseguenza quasi scontata il fenomeno del bullismo che si manifesta già tra gli otto e i tredici anni. "Un fenomeno in aumento che costituisce la realizzazione di un vuoto profondo, di una incapacità nel mettere insieme le cose". De Rita si è soffermato sul fenomeno delle dispersione scolastica negli istituti superiori e degli abbandoni dei percorsi formativi da parte dei quindicenni. Un fenomeno - ha detto - che non è legato soltanto alla povertà e non appartiene solamente alle aree meridionali. De Rita ha avuto infine parole critiche verso la scuola, affermando che "Chi prosegue gli studi nella scuola rischia di restare in una sorta di limbo di genericità che coinvolge tutti i livelli dell'istruzione fino anche all'università, e al termine del processo formativo perde il rapporto con se stesso, apprendendo come valori solo il lavorare, il fare carriera, il guadagnare". |