I veri stranieri nella scuola

Pasquale Almirante, La Sicilia 31.5.2009

Talvolta la ministra Gelmini l'azzecca quando bacchetta i presidi che lamentano la carenza di fondi per mandare avanti la baracca: «Chi non sa dirigere la scuola cambi mestiere». Tuttavia, come è consuetudine in questi tempi di confusione, dimentica che vorrebbe affidare proprio a loro la chiamata diretta dei docenti, dribblando le gloriose nomine del Csa con tanto di graduatorie e punteggi. E dimentica pure che l'ultimo concorso a dirigente è stato una mezza burla, sanato da un decreto ad hoc.

Qualche mese fa aveva detto anche che «la scuola appartiene agli italiani»: probabilmente i presidi sono forestieri, come pure le famiglie che fanno la colletta per comprare la carta e i pennarelli ai professori, molti dei quali, anch'essi stranieri, si stanno vedendo, benché di ruolo, senza cattedra per i tagli voluti non si sa da quali italiani. Ma ne sta azzeccando pure un'altra quando pretende i codici fiscali degli alunni impegnati agli esami di stato di quest'anno: "per ragioni tecniche", ha detto, "in modo da avere un'anagrafe per monitorare le dispersioni e gli abbandoni".

Ogni scelta è un campo di battaglia e così ha preferito iniziare il monitoraggio proprio dalla fine dell'intero ciclo di studi, piuttosto che dalla primaria, e con il cartellino autentico dell'Agenzia delle entrare. Che può sembrare un po' strano, come l'accertamento dell'identità dei ragazzi con un documento il primo giorno di esami, a voler dimostrare forse che la garanzia dei tre docenti interni che per cinque anni hanno avuto a che fare, a vario titolo, con loro non sia sufficiente; e da quest'anno devono pure richiedere il cf.: e chi ne fosse sprovvisto? Una commissione seria, con docenti adusi alle molte blasfemie dei vari ministeri che si sono succeduti, tirerà dritto, si assumerà le responsabilità del caso e consentirà a tutti i ragazzi di sostenere gli esami.

D'altra parte l'infrazione riguarda un fatto burocratico e assolutamente avulso da quelli che sono i reali obiettivi degli esami: le competenze e i risultati raggiunti nel corso degli studi per consentire un giudizio complessivo. E a questo proposito sarebbe bene che si incominciasse a discutere sull'ulteriore ruolo dell'azione giudicante dei professori e delle responsabilità nell'assegnare un voto che può cambiare il destino di un ragazzo. Si tende troppo spesso a sottovalutare quest'aspetto degli esami, ma il problema c'è ed è anche pesante.