E' sbagliato chiedere sacrifici
alla scuola da Tuttoscuola, 27 maggio 2009 "La scuola dovrebbe essere l'ultimo comparto a cui si chiedono sacrifici". Perciò, secondo quanto riferiscono le agenzie di stampa, Mons. Diego Coletti, presidente della Commissione Scuola della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), ha "espresso in merito solidarietà al ministro Mariastella Gelmini", poichè "uno spostamento di risorse non può mai essere dovuto a motivi puramente economico-finanziari, ma va accompagnato da considerazioni di valore". Può sorprendere il fatto che il ministro Gelmini venga presentata dall'autorevole esponente della CEI come vittima, e non come autrice (o corresponsabile) dei sacrifici, cioè dei tagli al bilancio del suo ministero, ma se si leggono anche le successive dichiarazioni del presule si comprende che nel mirino della CEI sta probabilmente un altro ministro, quello dell'Economia. Con ogni Governo, sono le sue parole, è sempre "una fatica" convincere ad applicare la norma sulla parità scolastica firmata dal ministro Luigi Berlinguer, "e non da un padre della Chiesa". L'ultima "fatica", come noto, la CEI l'ha fatta con l'attuale governo, che aveva tagliato i fondi per le scuole paritarie. Ma secondo mons. Coletti, i fondi pubblici alle scuole paritarie cattoliche sono "un diritto sacrosanto" e non una "elemosina" perchè "ogni famiglia che manda un figlio ad una scuola non statale fa risparmiare alle casse pubbliche dai 3.500 ai 6.000 euro all'anno". Gli aiuti dello Stato sono dunque "una forma di redistribuzione a persone che ne hanno diritto" e non costituiscono, ha sottolineato il presidente della commissione Scuola della CEI, "un onere aggiuntivo, che la Costituzione ha escluso". "Non è bello" - ha concluso - "che la libertà di scelta nel campo dell'educazione sia riconosciuta solo a chi ha un certo reddito e se la può permettere". |