Per i vertici del Pd da Tuttoscuola, 28 maggio 2009 I vertici del Partito democratico con competenza in ambito di istruzione levano voci critiche nei confronti della riforma dei tecnici e dei professionali varata oggi dal Governo. Per Giuseppe Fioroni, la riforma "è soltanto un' operazione di facciata", caratterizzata da interventi "gattopardeschi", perché "si fa finta di cambiare tutto, ma nei fatti tutto resta come è". Questa critica dell'ex ministro dell'Istruzione del governo Prodi trova spiegazione del fatto che sarebbe stato svuotato tutto il patrimonio di idee formulate dalla commissione De Toni, "che ruotavano intorno a una certezza: gli istituti tecnici e professionali devono rappresentare il volano per lo sviluppo del Paese". Il problema, secondo Fioroni, è che il governo non stanzia risorse per la riforma: "Questa è una riforma che non si può fare con la mannaia e nell'ottica del risparmio. E invece ancora una volta il Governo va di corsa e spreca un'opportunità usando la scuola per fare cassa e per ridurre il debito pubblico". Anche per Mariangela Bastico, responsabile nazionale scuola del Pd, il testo approvato oggi "stravolge l'impianto della Commissione De Toni e trasforma la riforma unicamente in uno strumento di tagli indiscriminati, senza considerazione degli effetti perversi che produce sulla qualità dei percorsi di istruzione". La senatrice emiliana articola la propria analisi condividendo "la scelta di superare l'eccessiva frammentazione di indirizzi e specializzazioni e di ridurre i troppo pesanti orari settimanali", ma non accetta "la riduzione del 30% delle attività laboratori ali", "l'abolizione di uno dei docenti (uno teorico e uno tecnico pratico) nelle ore di laboratorio", e "l'abolizione del diritto e dell'economia negli ultimi tre anni dell'istruzione tecnica". La Bastico trova infine inaccettabili l'applicazione del "nuovo ordinamento insieme nella prima e nella seconda classe" e "il fatto che nella terza e quarta classe - in cui permarranno i precedenti ordinamenti scolastici - le ore vengano ridotte a 32 settimanali, con la cancellazione di 6-8 ore alla settimana, in assenza di criteri guida per realizzare una coerenza ordina mentale". Si domanda provocatoriamente la senatrice democratica: "Forse le scuole saranno chiamate a decidere per sorteggio quali ore eliminare? Come spiegherà il Ministro Gelmini agli studenti e alle famiglie che il ‘treno' su cui erano saliti per il loro percorso di istruzione inaspettatamente cambia direzione e qualità?" Le voci critiche si estendono all'ambito sindacale: è di questa sera la dichiarazione di Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola, che lamenta l'inaccettabilità di una riforma "condizionata oltre misura dalla logica del risparmio a tutti i costi". "In particolare - continua Scrima - CISL e CISL Scuola giudicano sbagliata e senza precedenti la scelta di far partire il nuovo ordinamento anche sulle seconde classi, con buona pace della gradualità che un elementare buon senso dovrebbe sempre assicurare quando si introducono cambiamenti rilevanti". Il segretario della Cisl Scuola spiega infine che "anche la riduzione a 32 ore per le terze e quarte classi, a curricolo invariato, espone a gravi ripercussioni il buon andamento di percorsi già avviati e consolidati, che subiscono un inaccettabile cambiamento delle regole in corso di partita". |