Le iscrizioni per l'anno prossimo: calo dei licei, al Nord vincono gli istituti tecnici
Paura della crisi, I primi dati segnalano una flessione in arrivo nelle aree "umanistiche" Salvo Intravaia, la Repubblica 7.5.2009 ROMA - Licei e scuole d'arte in calo, istituti professionali in crescita e tecnici che stoppano il tracollo degli ultimi dieci anni. Ecco i primi dati sulle iscrizioni alle superiori per il 2009/2010. Quest'anno, per via dello slittamento a fine febbraio delle iscrizioni, il consueto bilancio sulle preferenze dei ragazzi in uscita dalla scuola media arriva con un mese di ritardo. Il boom dei licei (classici, scientifici e socio-psicopedagogici) che ha contrassegnato le iscrizioni negli ultimi anni - 200 mila alunni in più in due lustri - sembra proprio acqua passata. Ma quello che salta all'occhio è la fine della crisi che ha flagellato per un decennio gli istituti tecnici. Soprattutto al Nord. Una svolta caldeggiata anche da Confindustria e fatta propria dalle famiglie italiane. Il calo dei licei (da 41,7 a 41,3 ogni 100 iscritti al superiore) non farà di certo strappare i capelli ai presidi ma rappresenta un segnale piuttosto chiaro. In termini assoluti questi istituti perderanno quasi il 2 per cento degli iscritti. Rosicchia invece quasi mezzo punto (da 21 a 21,4 studenti ogni 100 iscritti) a tutti gli altri indirizzi l'istruzione professionale. Una performance tutt'altro che trascurabile visto che il numero complessivo di alunni delle superiori è dato in calo dell'1 per cento. Mentre i tecnici manterranno la stessa quota dell'anno in corso: 33,6 iscritti ogni 100. Questo risultato farà tirare un sospiro di sollievo ai presidi e ai prof interessati e lascia ben sperare per il futuro. L'inversione di tendenza è netta al Nord, dove l'istruzione tecnica (37 per cento) dopo anni di bilanci in rosso scavalca i licei, che arretrano al 36,9 per cento. Per avere una idea della crisi che ha interessato questa tipologia di scuole basta fare il resoconto degli ultimi dieci anni: meno 113 mila studenti a livello nazionale, pari al 7 per cento degli alunni. "In provincia di Brescia - dice Pietro Maffeis, preside dell'istituto superiore Vincenzo Dandolo di Corzano - c'è un recupero degli istituti professionali e tecnici sui licei". "Anche se la formazione post secondaria è necessaria, - continua Maffeis - il fatto di seguire un corso al termine del quale i ragazzi hanno competenze immediatamente spendibili nel mondo del lavoro ha probabilmente indotto molti ragazzi a scegliere gli istituti tecnici e professionali". Luigi Affronti, preside del liceo classico Vittorio Emanuele II di Palermo, condivide l'analisi del collega. "Accorciare il percorso scolastico per trovare lavoro il prima possibile - spiega Affronti - credo abbia indirizzato le scelte, soprattutto in vista della crisi". Ma non solo. "Per un decennio i licei, scelti anche dai ragazzi un po' meno attrezzati, sono stati considerati lo strumento per accedere alle professioni più prestigiose ma probabilmente, attraverso una selezione ‘più che naturale', i licei non hanno tenuto conto del processo di apertura richiesto alla scuola secondaria di secondo grado con l'elevamento dell'obbligo a 16 anni". Secondo Italo Fiorin, docente alla facoltà di Scienze della formazione alla Lumsa di Roma "i giovani stanno maturando un progetto lavorativo non necessariamente legato al liceo e all'università". "Ma vedo - dice Fiorin - anche una certa apprensione per la riorganizzazione dei licei, che partirà dal 2010/2011, di cui non si sa ancora molto". Per Valentina Aprea, presidente della commissione Cultura della Camera, questa inversione di tendenza è "molto positiva". "Il merito - spiega - è delle politiche avviate dai governi Prodi e Berlusconii per il rilancio dell'istruzione tecnica e professionale". La riforma Moratti aveva infatti licealizzato gli istituti tecnici e delegato alle regioni la gestione dei professionali. Ma l'ex ministro della Pubblica, Giuseppe Fioroni, ha rimesso tutto in discussione. |