SCUOLA

Gilda: reclutamento prof da rifare,
ma no chiamata diretta

Accesso Pa avviene per concorsi. E poi molti presidi inadeguati

  ApCOM, 7.5.2009

"Possiamo discutere su modalità concorsuali che coniughino merito ed efficienza, ma non possiamo parlare di chiamata diretta da parte dei dirigenti scolastici": è quanto dichiara il coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, Rino Di Meglio, commentando le dichiarazioni del ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini, in merito al reclutamento dei docenti da parte dei dirigenti scolastici previsto dal Ddl Aprea. "Questo paese - sostiene Di Meglio - basa il proprio ordinamento giuridico su una Costituzione che stabilisce l'accesso al pubblico impiego attraverso i concorsi. Il metodo di assunzione prospettato dal Governo, quindi, viola la Costituzione e contraddice anche l'obiettivo di realizzare un'efficiente selezione del corpo docente".

Riferendosi, poi, allo status giuridico degli ex presidi e al ruolo che dovrebbero svolgere in base al Ddl, Di Meglio afferma: "non riesco a capire - sottolinea il sindacalista- per quale motivo migliaia di ex presidi, promossi a dirigente attraverso un banale corso di formazione, i cui bocciati, ricordiamo, sono stati vergognosamente recuperati ope legis, dovrebbero possedere particolari capacità valutative e didattiche". "Il vero approccio ideologico - aggiunge Di Meglio replicando alle critiche rivolte dalla Gelmini ai sindacati - è quello di chi vuole portare fino in fondo un disegno di legge basato su un'ideologia pseudo-aziendalista che finora ha solo arrecato danni all'istruzione pubblica".

Secondo la Gilda degli Insegnanti prima di introdurre rivoluzioni epocali, sarebbe preferibile sperimentare nuovi modelli e verificarne i risultati. "Avere una buona scuola e buoni docenti - conclude Di Meglio - è interesse di tutto il Paese, ma il meccanismo è molto delicato e, se l'efficacia del sistema previsto dal Governo non viene preventivamente testata, si rischiadi danneggiare ulteriormente il mondo della scuola".