Il caso - Dopo le polemiche dell’anno scorso sulla riapertura posticipata
delle aule stavolta la giunta non tenta modifiche al calendario

Scuola al via il 14 settembre
Le mamme battono la Regione

L’assessore Donazzan: «Avrei voluto un inizio a fine mese».
Ma si piega alla pressione di genitori, sindacati ed enti locali

di Gianni Sciancalepore, Il Corriere del Veneto 27.5.2009

VENEZIA — Anche quest’anno l’assessore regionale all’Istruzione, Elena Donazzan voleva far ricominciare la scuola più tardi del solito dopo le vacanze estive. Ma dopo le polemiche dell’anno scorso seguite al suo annuncio di riaprire gli istituti il 22 settembre, stavolta s’è tenuta per sé la sua opinione. Si è limitata a testimoniare la sua volontà davanti alla giunta regionale che ha approvato la sua proposta di calendario scolastico per il 2009-2010. L’esponente del Partito delle libertà (Pdl) non ha corso il rischio del dietrofront che dovette fare l’anno scorso davanti alle proteste di genitori, sindacati e amministratori locali. Quegli stessi che ieri hanno plaudito alla notizia della diffusione del nuovo calendario con inizio delle lezioni il 14 settembre (l’anno scorso alla fine era stato fissato il 15).

A sostenere la Donazzan solo il mondo del turismo che sarebbe stato tra i beneficiari del provvedimento dell’assessore.

«Continuo a essere convinta — ha specificato l’assessore regionale, ex An — che il tempo della scuola dovrebbe essere diverso dall’attuale, con avvio a fine settembre per utilizzare meglio un periodo sotto l’aspetto turistico ancora buono e per mantenere periodi di sospensione più frequenti così da permettere a studenti e a docenti un migliore apprendimento». La Donazzan racconta che i colleghi di giunta, col governatore Galan in testa, erano d’accordo con la sua idea e «mi hanno dato della poco coraggiosa quando ho ripiegato sul 14 settembre». L’assessore articola meglio la sua filosofia in materia di tempo- scuola: «Vorrei una settimana corta con i pomeriggi impegnati non solo per la scuola in senso stretto. Vorrei che non ci fossero tre mesi di vacanza, che non aiutano né le famiglie, né favoriscono il mantenimento dei ritmi di cui la scuola necessita per ottenere quei risultati di qualità che vogliamo e che ci equiparerebbero al resto d’Europa. Vorrei... ma non posso! Dopo lo spauracchio della riforma Gelmini non desidero rivedere mamme in piazza per il calendario scolastico ». E proprio per non scontrarsi col «partito delle mamme, fortissimo, trasversale» la Donazzan ammette di non aver cercato lo scontro. «Già avevano iniziato a spedirmi decine di e-mail minacciose per dissuadermi a comportarmi come l’anno scorso» conclude l’assessore.

Così per le scuole primarie e secondarie le giornate di attività didattica saranno in tutto 205, meno la giornata del Santo Patrono. Sarà rispettato il minimo di 200 giorni di frequenza. Di conseguenza rimangono a disposizione delle istituzioni scolastiche per la flessibilità interannuale 4 giornate più il Santo Patrono. Sollevato Andrea Ferrazzi, coordinatore degli assessori provinciali veneti all’Istruzione, per la decisione della Donazzan. «Risponde alle esigenze delle famiglie — spiega l’esponente del Partito democratico — così il calendario è razionale. Però sono disponibile a ridisegnarlo completamente e in modo organico per ridurre le vacanze estive, oggi troppo lunghe, redistribuendo il tempo libero durante l’anno, evitando di far arrivare i ragazzi troppo stanchi a fine anno».

Felice per il ritorno a scuola non troppo in là a settembre Mary Magrin, portavoce dell’Associazione genitori Vicenza Onlus: «La stragrande maggioranza di padri e madri a settembre torna a lavorare. Senza nonni disponibili e con tante mamme impiegate, finiti i centri estivi, sarebbero in difficoltà».

E approva la scelta finale pure Totò Mazza, segretario regionale della Cgil scuola: «I cambiamenti del calendario si fanno solo per ragioni pedagogiche, non per gli interessi del turismo».

Proprio da quel settore arrivaa l’unica voce che avrebbe appoggiato l’idea originaria della Donazzan. «Ci avrebbe aiutato in questo periodo di crisi — chiarisce Marco Michielli, presidente di Federalberghi e Confturismo — abbassando pure i costi per la villeggiatura delle famiglie ora costrette a partire sempre tra luglio e agosto, mesi dove siamo costretti a mettere i prezzi più alti, visto che a maggio e settembre, quando li ribassiamo, abbiamo il deserto. Non è certo con questa scuola full-time che migliora la qualità di diplomati e laureati».