Scuola, tre censure e 24 richiami scritti
Così si chiude il caso delle Longhena

Decise le sanzioni alle maestre per i 10 in pagella.
Il direttore dell’ufficio scolastico: «Soluzione equa, per me finisce qui»

Marina Amaduzzi Il Corriere della Sera ed. di Bologna 7.7.2009

Richiamo scritto alle ventiquattro maestre che hanno dato il 10 in pagella a tutti gli alunni nel primo quatrimestre. E censura alle tre insegnanti che, oltre al 10 generalizzato, hanno partecipato all’organizzazione di un incontro sul ritorno del voto e hanno parlato alla stampa. Si conclude così, il caso Longhena. Il direttore dell’Ufficio scolastico provinciale Vincenzo Aiello ha deciso che questi sono i provvedimenti disciplinari per le maestre della primaria di via Casaglia, protagoniste della protesta che ha riguardato anche altre scuole a Bologna e in Italia. Condanne lievi, quindi. E nessun trasferimento per incompatibilità ambientale nonostante questa ipotesi fosse stata profilata dallo stesso ispettore Luciano Lelli per due insegnanti. Le maestre, al momento, non sono informate dei provvedimenti.

L'UFFICIO SCOLASTICO - «Sulla base dei fatti e degli atti, ovvero della relazione dell’ispettore, nonché del parere del consiglio di disciplina l’amministrazione ha deciso che queste sono le sanzioni», spiega Aiello, «è stato tenuto conto che c’è stato un ravvedimento operoso, ovvero che gli insegnanti hanno seguito le attività di formazione, che hanno deliberato come collegio dei docenti i criteri per la valutazione e che hanno dato i voti regolarmente». Aiello ricorda poi che tre delle ventisette insegnanti, per le quali era stato aperto nello scorso mese di gennaio il procedimento disciplinare, sono state ascoltate dal consiglio di disciplina. Si tratta, come noto, di Marzia Mascagni, Fiorella Menetti e Cristiana Costantini a cui erano stati addebitati l’organizzazione dell’incontro dell’11 marzo sul voto in decimali (a Mascagni e Costantini) e l’aver parlato con la stampa (a Mascagni e Menetti). «Per il consiglio di disciplina — prosegue il dirigente — hanno tenuto un comportamento corretto, si sono difese bene, hanno fornito documentazione e prove del loro agire. Di fronte alle ipotesi iniziali, più gravi, alla fine la soluzione è stata equa. Si tratta di provvedimenti, e non di sanzioni come la sospensione dal servizio e dallo stipendio. E tra uno o due anni è possibile chiederne anche la cancellazione. Sono note di biasimo per i comportamenti iniziali, alla fine i ragazzi hanno ricevuto i voti e le norme ministeriali sono state rispettate». Sull’ipotesi di trasferimento, ventilata come detto nella relazione dell’ispettore, Aiello risponde in modo chiaro, «potrei dire non luogo a procedere, per ora per quanto mi riguarda il caso si chiude così».

IL SINDACATO - Sottolinea «la scorrettezza nel metodo» e la «soddisfazione per lo sgonfiamento del caso» Sandra Soster, segretario provinciale della Cgil-Flc. «Esistono agli atti dei provvedimenti di cui le interessate non sanno e questo è grave — dichiara la sindacalista —, pur non conoscendo il contenuto dei provvedimenti non si può che accogliere con soddisfazione lo sgonfiamento di una vicenda mossa dal pregiudizio e con la voglia di dare punzioni esemplari. È un bene che sia prevalsa la ragionevolezza, evidentemente non sussistono le ragioni oggettive delle accuse mosse alle maestre». Sono pronti a ribadire appoggio e solidarietà i genitori che da mesi sono a fianco alle ventisette maestre finite nel mirino. «Abbiamo sempre detto che non avremmo accettato neppure un richiamo verbale — dice Anna Maria Angradi, presidente del comitato genitori Semplicemente Longhena —, le maestre hanno fatto egregiamente il loro mestiere, e avranno il nostro sostegno qualunque cosa decidano di fare».