I difficili rapporti tra Stato e Regioni
richiedono un chiarimento definitivo

da TuttoscuolaNews N. 402, 13 luglio 2009

Dopo le dichiarazioni del ministro Gelmini che ha minimizzato la portata della sentenza n. 200 della Corte Costituzionale e ha affermato che i nodi del contendere nei rapporti tra Stato e Regioni, per quanto riguarda l’istruzione, sono già stati risolti ancora prima della sentenza, non dovrebbero esserci problemi nel dare attuazione al Regolamento sul dimensionamento della rete scolastica.

Ma è proprio vero?

Le valutazioni dell’opposizione all’indomani della pubblicazione della sentenza e, soprattutto, la presa di posizione della Conferenza delle Regioni fanno capire che la questione è molto più complessa di quanto possa sembrare e va certamente oltre il merito degli oggetti del contendere che riguardano l’istruzione (dimensionamento, piccole scuole, sezioni primavera).

Sui contenuti in materia di istruzione è sempre possibile trovare soluzioni e accordi, ma è sul problema di fondo dei rispettivi ruoli e delle competenze dello Stato e delle Regioni che manca ancora una visione comune, condivisa ed effettivamente praticata.

Dopo il nuovo Titolo V della Costituzione che ha virtualmente modificato lo scenario istituzionale, assegnando ai diversi soggetti della Repubblica specifiche competenze e propri ambiti di intervento, disponendo però una tutela unitaria del sistema attraverso la cosiddetta legislazione concorrente, manca un quadro di attuazione e chiarimento definitivo proprio sui livelli delle competenze.