I PRIMI DATI DEL MINISTERO

Con le nuove regole boom di respinti

Alla maturità 3.000 bocciati in più, alle medie il doppio. Gelmini soddisfatta

 La Stampa 13.7.2009

ROMA
Il nuovo regolamento sulla valutazione scolastica introdotto alla fine di maggio ha prodotto come primo risultato l’aumento dei respinti: a renderlo noto è stato oggi il Ministero dell'Istruzione attraverso la divulgazione dei primi risultati provenienti dagli istituti medi e superiori.

In base alle rilevazioni risulta in deciso aumento il numero dei non ammessi alle medie e alle superiori, così come cresce il numero degli studenti con giudizio sospeso fino a settembre. Si tratta di risultati parziali, ma già indicativi, tanto che già c’è già chi parla di "strage". Anche alla maturità le commissioni sono risultate più severe, visto che il numero di candidati che non ce l’hanno fatta dovrebbe essere vicino alle 3.000 unità: l’anno scorso i bocciati all’esame di Stato della scuola secondaria di secondo grado furono circa 12mila (2,5%); quest’anno potrebbero superare il tetto delle 15mila unità (più del 3%).

Alle medie inferiori il numero dei bocciati rispetto al 2008 è aumentato complessivamente di 12.000 alunni: indicaivo che di questi ben 3.000 sono stati bocciati per l’insufficienza nel voto in condotta. Confermato anche il sensibile incremento (addirittura il doppio) degli studenti non ammessi all’esame di Stato del primo ciclo passati dal 2,1% del 2008 al 4,4% del 2009. Nella secondaria di secondo grado 30.000 studenti in più rispetto all’anno scorso hanno invece riportato almeno una insufficienza e dovranno quindi recuperare entro l’inizio del prossimo anno scolastico: per loro la promozione rimane così "congelata" e da verificare al termine di un corso da svolgere a scuola o privatamente. Per quanto riguarda i bocciati, sempre alle superiori, la percentuale più alta si è registrata negli istituti professionali (23% ), seguiti dagli istituti tecnici (16,3%) e dall’istruzione artistica (16%).

Sulle cause dell’aumento dei respinti e delle insufficienze non vi è dubbio che abbia influito il nuovo regolamento sulla valutazione: da quest’anno alle medie è infatti indispensabile avere la sufficienza in tutte le materie; alle superiori per essere ammessi alla maturità la media del sei; in tutti i cicli un cinque un condotta comporta l’automatica bocciatura. Il boom di respinti e "congelamenti" dei voti è stato accolto con soddisfazione dal ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini: «Siamo tornati ad una scuola che non promuove tutti e che distingue tra persone che studiano e persone che non studiano - ha commentato ad Affaritaliani.it - tra persone che si comportano bene e persone che non si comportano bene. Una scuola che promuove tutti non è una scuola che fa bene del ragazzo».

Il ministro non nasconde che le bocciature sono state spesso dettate da problemi di comportamento: sulle bocciature «il voto in condotta è stato molto importante - ha spiegato - perché ha portato al rispetto dei compagni, dei professori e degli edifici scolastico. Il fatto che il ragazzo venga giudicato non solo per il rendimento, ma anche per il comportamento è stato fondamentale», ha concluso Gelmini. Un parere analogo a quello del responsabile del dicastero di viale Trastevere è stato espresso dalla senatrice della Lega Nord Irene Aderenti, della commissione cultura e istruzione del Senato, secondo cui era ora che si applicasse «un pò di rigore: i ragazzi - ha sottolineato Aderenti - devono comprendere che il loro lavoro è studiare e impegnarsi, perchè diversamente non possono nemmeno accedere all’esame di maturità e non hanno l’ammissione. Questo aumento di bocciati, paradossalmente - ha concluso la senatrice del Carrocio - è un buon segnale di rigore e di autorevolezza che la scuola deve comunque riconquistare».

Di diverso avviso è la responsabile settore scuola del primo partito dell’opposizione, l’ex sottosegretario Mariangela Bastico (Pd), secondo cui «la bocciatura, soprattutto alla fine del percorso di studio, è un insuccesso del singolo ma anche della scuola, che non ha raggiunto il proprio obiettivo di far apprendere. Per questo non posso condividere l'entusiasmo del ministro Gelmini, dal momento che la serietà della scuola si misura su quanto i ragazzi apprendono, su quanto vengono educati al rispetto e all'attenzione e non su quanto non sanno o sono stati indisciplinati».