Ddl Aprea, addio?

da Tuttoscuola, 30 luglio 2009

Lunghi confronti, audizioni a tutto campo, mediazioni politiche, condivisioni parziali dell'opposizione e ampio sostegno della maggioranza non sono bastati a portare a compimento la proposta di riforma della scuola avanzata dall'ex-sottosegretario all'istruzione, on. Valentina Aprea.

Il dialetto, la cultura locale e le tradizioni hanno (quasi) spazzato via un lungo lavoro di difficile tessitura di un anno.

Diverse le novità della riforma proposta: introduzione nelle scuole del modello della fondazione, consiglio di amministrazione, nucleo di valutazione, albi regionali dei docenti per assegnare le supplenze, nuova gestione dei concorsi, con cadenza triennale gestiti direttamente dagli istituti, nuova carriera dei docenti e nuova figura del vice-dirigente.

Secondo il presidente della commissione Cultura alla Camera, Valentina Aprea (Pdl), rimane ora incerto il destino del suo ddl sullo stato giuridico dei docenti, bloccato l'altro ieri da un emendamento della Lega per inserire 'test d'ingresso a carattere culturale e professionale' cui sottoporre gli aspiranti docenti da assumere.

"Io la volontà a riprendere il discorso ce l'ho - ha detto Aprea alla agenzie di stampa - ma lo deve chiedere agli altri se c'è questa intenzione".

La presidente della Commissione cultura della Camera non è riuscita a mediare le posizioni troppo distanti e le condizioni poste nelle ultime settimane anche da alcuni esponenti interni alla maggioranza.

Il destino del progetto di legge sembra vivere un momento di vera crisi. L'opposizione non sembra voler più collaborare e tra la maggioranza le troppe richieste cominciano a far 'scricchiolare' l'intero impianto.

Aprea, comprensibilmente delusa e preoccupata per "il fuoco amico" che ha colpito il suo disegno di legge, ha deciso di evitare ulteriori polemiche: "basta sul disegno di legge d'ora in poi non parlo più, facendo capire che il primo passo ora spetta a chi ha creato questa situazione di stasi.