New York: stipendi da 125 mila dollari l’anno, insegnano a ragazzini ispanici e poveri La scuola (pubblica) dei prof superpagati
Educazione La scommessa del fondatore,
Vanderhoek: Alessandra Farkas Il Corriere della Sera 6.6.2009
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La scommessa del fondatore Zeke Vanderhoek, 32enne laureato a Yale, è semplice. Teorizza: «Il vero segreto di una scuola pubblica eccellente non sta nella rivoluzione tecnologica, e neppure in presidi di talento e classi poco numerose, ma nella capacità d’ingaggiare insegnanti eccelsi». Una tesi provocatoria che ha toccato un nervo scoperto nell’America dove la controversa legge No child left behind (varata da Bush e mai rinnegata da Obama) ha finito per aggravare la crisi della scuola pubblica, provocando l’esodo in massa dei migliori docenti verso le corporation private. Dal servizio del Times, si scopre che, quando aprirà i battenti, la nuova scuola pilota avrà solo 8 insegnanti per 120 studenti di prima media, scelti attraverso una lotteria tra ragazzi del quartiere (Washington Heights, uno dei più poveri di Manhattan) e alunni con problemi d’apprendimento, la maggior parte provenienti da famiglie ispaniche e a basso reddito. L’obbiettivo del fondatore è arrivare a 28 insegnanti per 480 alunni tra qualche anno. Anche se dall’esterno la scuola, un modesto edificio sulla 181ª strada, assomiglia a tutti gli altri istituti pubblici di New York, all’interno Vanderhoek sogna di creare una oasi accademica, destinata secondo lui a fornire un modello al resto del mondo. Per il suo scopo ha attraversato il paese, improvvisandosi talent scout per oltre un anno, stanando i migliori insegnanti tra migliaia di candidati. «Li ho osservati a scuola — racconta —. Perché non basta un curriculum vitae stellare. Conta il cosiddetto 'fattore attenzione', che si misura quando gli studenti sono talmente interessati durante una lezione che si dimenticano di essere a scuola». Ma in comune i suoi 8 fortunati docenti hanno anche un contagioso entusiasmo per la materia che insegnano e la capacità di domare gli elementi più irrequieti e piantagrane: «Una dote cruciale alle scuole medie», precisa Vanderhoek. Prima di firmare il contratto, tutti si sono dichiarati «pronti a rimboccarsi le maniche». Il lavoro che li aspetta è infatti ben più gravoso di quello dei loro colleghi. I super pagati prof dovranno sobbarcarsi infatti responsabilità normalmente affidate ad altri, sdoppiandosi per vestire, di volta in volta, i panni di vicepreside, supplente, allenatore e rettore, visto che queste posizioni sono state eliminate. Per fare quadrare i bilanci. |