FISM: le nostre scuole
servono al Paese

da Tuttoscuola, 19 giugno 2009

Una mozione approvata all'unanimità  al congresso della FISM (Federazione italiana delle scuole materne), in corso a Roma dal 17 al 20 giugno 2009, chiede che "anche il nostro Paese compia finalmente quel passo che lo collochi, anche per il suo sistema scolastico, a tutti gli effetti nell'Unione Europea, che è il nuovo territorio civile di riferimento".

Il "passo" sollecitato dalla FISM, le cui scuole accolgono oltre 500.000 bambini, è quello del "finanziamento diretto alle scuole sulla base del numero delle scuole e delle sezioni funzionanti in misura tale da permettere una gestione, qualitativa ed organizzativa, equipollente a quella delle scuole statali".

Non si tratta solo di mantenere il finanziamento previsto dalla legge n. 62 del 2000 (faticosamente recuperato, peraltro, dopo i tagli previsti dalla Finanziaria 2009), ma di "adeguarlo" in modo da consentire alle scuole di coprire i costi fissi,  in particolare quello per la retribuzione del personale. Altrimenti il sistema delle scuole paritarie  "rischia oggettivamente il collasso, soprattutto nelle realtà più piccole, dove peraltro non ci sono alternative".

Il problema posto dal congresso FISM (l'adeguamento di un finanziamento già previsto dalla legge 62/2000 sulla parità, ma che risale in origine alla legge n. 444 del 1968, istitutiva della scuola materna statale) è diverso da quello sollevato in questi giorni dalla associazioni che rappresentano le scuole paritarie agli altri livelli di scuola, perché non si pone in contrasto con il divieto di finanziamento ("senza oneri per lo Stato") stabilito dall'art. 33 della Costituzione per le scuole degli altri ordini e gradi: la scuola materna, o dell'infanzia, pur chiamandosi "scuola", è in realtà pre-scuola, e non è obbligatoria. Quindi ad essa non si applica il divieto.