SCUOLA

Insegnanti Bologna:
A rischio il 20% delle ammissioni

Al "Farini" consegna a genitori pagelle e documento anti-Gelmini

 ApCOM, 10.6.2009

Con i provvedimenti introdotti dalla riforma Gelmini, nella scuola media "Farini" di Bologna il 16% degli alunni della prima classe non verrà ammesso all'anno successivo; stessa sorte per il 20% delle seconde e terze classi. Per informare sulle ricadute della legge 169, il collegio dei docenti dell'istituto bolognese, incontrerà domani i genitori degli alunni in occasione della consegna delle schede e dell'esposizione dei quadri con i risultati finali di questo anno scolastico.

"Siamo anche convinti che tra i genitori non vi sia un'adeguata consapevolezza delle ricadute della nuova norma né sia chiaro al paese che tipo di forzatura ai principi della professione docente si stia attuando con questo articolo di legge - spiega ad Apcom Stefano Camasta, referente dei docenti -. Pertanto abbiamo deciso di convocare tutti i genitori per poter leggere un documento. Prima della comunicazione dei dati reali del nostro scrutinio, mostreremo ai genitori il possibile esito dell'anno scolastico in base ad un'applicazione letterale della legge. Insomma, mostreremo lo scrutinio della 'scuola Gelmini', diverso da quello della 'scuola Farini', motivando tale differenza". Se si prendono come esempio le classi prime della scuola, su 116 alunni 19 risulterebbe non ammessi, dei quali solo una o due sarebbero reali insufficienze; nelle seconde classi su 137 ragazzi 28 rischierebbero di ripetere l'anno; per il terzo su 129 alunni 26 sarebbero i non ammessi (anche in questi casi le reali insufficienze sono una o due al massimo).

C'è un'alternativa a questo esito dello scrutinio? "In base alla nuova legge - si legge nel documento che verrà consegnato ai genitori domani - il Consiglio di classe che non intenda bocciare un alunno che presenti magari solo una o due non sufficienze ha come unica alternativa quella di votare a maggioranza la trasformazione dei 5 o dei 4 in 6 e di trascrivere quest'ultimo voto sulla scheda di valutazione senza nessuna distinzione rispetto ai 6 'autentici'.

Questa alternativa, secondo il giudizio degli insegnanti di questa scuola, comporta due forti contraddizioni: cambiare il voto di un collega, che pure ha lavorato per un anno intero in pieno accordo con il suo Consiglio di classe, rappresenta un controsenso e un'umiliazione professionale inaccettabile se non supportata da gravissimi e comprovati motivi; dare un 6 in pagella ad un alunno che non lo merita e sa di non meritarlo significa improntare all'ipocrisia e alla doppiezza la comunicazione tra docenti e ragazzi, tra scuola e famiglie, rendendo questa comunicazione oggettivamente falsata e diseducativa". E' come se "per non ingessare da capo a piedi il paziente con un dito rotto i medici avessero come unica alternativa lecita quella di falsare la radiografia, consegnandone al paziente una in cui non compaia nessuna benché minima frattura, con buona pace del radiologo che ha eseguito la radiografia autentica e del paziente cui ufficialmente non si può dire la verità". "La nostra non è una battaglia ideologica - precisa Camasta - tra noi insegnanti una larga fetta è in linea con l'attuale governo. Non si tratta nemmeno di una rivendicazione sindacale. Piuttosto della denuncia di un guasto grave che la legge attualmente vigente produce nella qualità del servizio scolastico, ottenendo quindi l'effetto opposto di quello annunciato". "Non abbiamo utilizzato nessun 6 'rosso' - continua - anche perché ci appare un falso rimedio, né ci sogniamo minimamente di disobbedire al dettato legislativo. Vogliamo far sapere le nostre ragioni".