Il nuovo liceo/1.
Oltre la riforma Moratti

da TuttoscuolaNews N. 398, 15 giugno 2009

Con il varo, in prima lettura, del regolamento per i licei si completa il disegno di riorganizzazione del sistema scolastico italiano, e in particolare del suo segmento da più lungo tempo non riformato, quello dell’istruzione secondaria superiore.

Il ministro Gelmini, sia pure in un quadro di maggiori ristrettezze impostole dalla manovra finanziaria del 2008 (legge n. 133, art. 64), si è mossa lungo una linea che ha portato a compimento l’operazione già avviata dal precedente governo: la profonda revisione della riforma Moratti nel suo aspetto di maggiore rilevanza – la licealizzazione dell’istruzione tecnica – in direzione del rilancio dell’identità e del ruolo di quest’ultima in alternativa all’istruzione liceale.

In qualche misura si può dire che mentre la Moratti aveva teorizzato i “due sistemi di pari dignità”, costruendone poi in pratica uno solo, quello liceale (fu definito polemicamente “modello Berlinguatti”), i suoi successori ministri Fioroni e Gelmini hanno entrambi perseguito un modello di scuola secondaria superiore bipolare, a due fuochi: i licei da una parte e gli istituti tecnici, amatissimi da Prodi, dall’altra (con l’istruzione professionale confinata da entrambi in un ruolo minore, di interfaccia con il sistema di istruzione e formazione regionale).

Non si potrà forse parlare di una “riforma Gelmini”, come d’altra parte non si è parlato, anche per esplicito desiderio dell’interessato, di una “riforma Fioroni”. Ma non sarebbe neppure corretto, visti i profondi cambiamenti intervenuti sul testo della legge n. 53/2003, dire che i regolamenti della Gelmini – soprattutto quelli concernenti l’istruzione secondaria superiore – “attuano la riforma Moratti”. In realtà la fisionomia che la scuola italiana assumerà nei prossimi anni sarà in gran parte nuova e diversa rispetto a quella prefigurata nella legge n. 53/2003. Essa andrà “oltre” la riforma Moratti.