Scuola e media: numeri in libertà

da Tuttoscuola, 7 giugno 2009

Quando parlano di scuola, non sempre i giornali lo fanno con la precisione e le verifiche quanti-qualitative sulle informazioni offerte che la materia e i lettori meriterebbero.

Così è capitato di leggere su un importante quotidiano, impegnato in una polemica fattasi ormai rovente con il ministro Gelmini, non solo che "l'edilizia scolastica italiana è tra le peggiori d'Europa" (non vengono forniti dati, e pazienza: lo stato delle nostre scuole è sotto gli occhi di tutti), ma che è così anche per la "preparazione dei ragazzi, scivolati al trentatreesimo posto della UE, quando fino a pochi anni fa eravamo fra i primi dieci".

La foga polemica ha indotto chi ha scritto queste parole a concentrare in due righe almeno due clamorosi errori: il primo è quello che riguarda il piazzamento della scuola italiana, che ovviamente non può essere trentatreesima nella UE per il semplice fatto che gli Stati membri della UE sono 27. Evidentemente il riferimento era alla ricerca OCSE-PISA, alla quale hanno partecipato 53 Paesi (i 30 membri dell'OCSE più altri 23 che hanno chiesto di partecipare all'indagine).

Il secondo errore riguarda l'accenno al fatto che "fino a pochi anni fa eravamo fra i primi dieci". Qui la confusione è tra i dati dell'indagine PISA (nella quale comunque, da quando è stata avviata, non siamo mai stati tra i primi dieci), e quelli delle indagini condotte dalla IEA (International Association for the Evaluation of Educational Achievement) in lettura e matematica per alunni di 9 anni, nelle quali eravamo e siamo ancora tra i primi dieci.

Questo è un esempio recente ed eclatante, ma se ne potrebbero fare altri. Succede perché quando un giornalista "scolastico" è bravo e preciso, spesso viene destinato ad altri settori. Così ad occuparsi di scuola, soprattutto delle sue patologie, sono chiamati altri giornalisti, magari bravissimi, ma non sempre competenti nel settore.