Meno ipocrisia e più attenzione
alla educazione dei sentimenti

da Tuttoscuola, 28 giugno 2009

È sempre più la scuola ad accorgersi di questi fenomeni, dall'alto del suo osservatorio privilegiato (dove i ragazzi trascorrono mediamente più tempo attivo, escludendo quindi il lungo riposo notturno e le ore della televisione e playstation varie), piuttosto che la famiglia.

A scuola nascono i primi turbamenti, sotto gli occhi degli insegnanti, i ragazzi sviluppano e cominciano ad accorgersi e ad interessarsi attivamente all'altro sesso.

A scuola, e non in famiglia, i ragazzi trovano un forte campione di coetanei interagenti con i quali confrontarsi e misurare il proprio carattere. La famiglia potrebbe osservare del proprio figlio solo un aspetto parziale.

Hanno bisogno di essere aiutati a gestire le emozioni, gli impulsi, a capirne le origini e ad incanalarne le conseguenze.

L'educazione all'affettività e poi alla vita sessuale sono la chiave strategica per il consolidamento del carattere e di una mentalità (contro il disprezzo per le donne, il consumo di sesso senza emozione né sentimento, il crescente adeguamento alle sensazioni forti per provare a "sentire di più", ecc.. insomma tutto quanto è proposto dal cinema, dai videogiochi nefasti, dalle mode in genere).

I distributori di preservativi non incrementeranno o favoriranno la facilità del rapporto sessuale precoce, ma potrebbero costituire l'occasione per aiutare i giovani alla formazione di una mentalità che va verso la protezione del rapporto per scongiurare gravidanze precoci, prevenire malattie veneree, contrastare la diffusione dell'AIDS (che, pur in modo strisciante diffuso ormai tra gli eterosessuali, non sembra essere più di moda nelle tematiche di allarme sociale. I giovanissimi non sanno esattamente cosa sia, perché non se ne parla più, e comunque lo considerano un fenomeno lontano). Tutto questo a condizione, però, che i nostri giovani non siano lasciati soli.