La riforma Cambia la «governance» della scuola.
Via libera ai «comitati di liceo». Giulio Benedetti, Il Corriere della Sera 15.6.2009 ROMA — Comincia a cambiare la «governance» della scuola. Un po’ alla volta, con piccoli aggiustamenti. Ed un obiettivo: fare entrare nel sistema la cultura della valutazione. Un primo passo è stato appena fatto. Un comitato nazionale controllerà e aggiornerà i piani di studio dei licei e degli istituti tecnici e professionali. È una novità importante che ci avvicina all’Europa dove il compito di valutare e migliorare l’offerta formativa, in soldoni i programmi, è affidata ad apposite agenzie. L’idea è quella di poter contare su un organismo in grado di elaborare delle proposte di cambiamento dei piani di studio in modo autonomo, avvalendosi dell’assistenza tecnica dell’Istituto nazionale di valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione (Invalsi) e dell’Agenzia nazionale per lo sviluppo dell’autonomia scolastica (Ansas). Il comitato è previsto sia dal regolamento dei tecnici, definitivamente approvato, che dal regolamento dei licei, approvato in prima lettura dal Consiglio dei ministri. A tenere sotto controllo «il profilo educativo, culturale e professionale dello studente a conclusione del secondo ciclo» sarà un ristretto gruppo di volontari (non ci sarà nessun onere per la finanza pubblica) composto, per quanto riguarda i licei, da «un rappresentante scelto dal ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione, rappresentanti delle scuole, delle università ed esponenti del mondo della cultura, dell'arte e della ricerca ». La materia — modifiche curriculari, programmi — è anche una delle competenze del Consiglio nazionale della pubblica istruzione (Cnpi), un organismo espressione del mondo sindacale dei professori. D’ora in avanti se ne occuperà un Comitato formato da esperti. Se ci spostiamo nei singoli istituti scopriamo un’altra novità. In ogni scuola, liceo o istituto tecnico, nascerà un comitato scientifico composto da docenti, esperti del mondo del lavoro, delle professioni, della ricerca scientifica e tecnologica, delle università, dei conservatori. Queste persone (anche in questo caso non è previsto alcun onere per la finanza pubblica) potranno dare consigli e fare proposte «per l’organizzazione e l’utilizzazione degli spazi di autonomia e flessibilità», ossia fino al venti per cento del monte ore annuale nei primi due anni e nel quinto anno e fino al trenta per cento nel secondo biennio. Il «comitatino» non si occuperà di programmi, ma potrà dire la sua sull’organizzazione di nuovi corsi. Cosa non di poco conto soprattutto negli istituti tecnici che per garantire la spendibilità del diploma devono tenere costantemente sotto controllo l’evoluzione del mercato del lavoro locale. Anche in questo caso, come per il Comitato nazionale, si potrebbe aprire un piccolo conflitto. Il collegio dei docenti da sempre esercita le sue competenze in materia di didattica, valutazione e orari. Il suo ruolo, d’ora in avanti, potrebbe essere in qualche modo ridimensionato. I regolamenti della Gelmini puntano a modificare gli equilibri di potere all’interno delle scuole spostando attribuzioni e competenze su nuovi organi. Il Comitato nazionale e i comitati scientifici d’istituto, sono chiamati, anche in modo indiretto, a monitorare l’efficacia dell’offerta formativa su scala nazionale e locale. Il ministro sta gettando le basi di un vero e proprio sistema di valutazione. |