“Cartellino rosso”
per la valutazione nella scuola media

di Paolo Cosulich, ScuolaOggi 12.6.2009

Sentivamo veramente l’esigenza, a scrutini avviati e quasi terminati, di essere rassicurati in merito alle scelte operate nelle scuole medie italiane. Oramai siamo abituati a dover navigare a vista, senza bussole normative certe, orientandoci solo con la cultura valutativa consolidata e con il buonsenso.

Ed ecco che il MIUR, con nota dell’8 giugno 09, ci fornisce la giusta interpretazione delle circolari n.50 e n.51, dell’art.3 della legge 169/08, dei Regolamenti attuativi non ancora pubblicati e non vigenti, ricordandoci lo spazio di autonomia consentito dal DPR 275. Dobbiamo considerarla come “interpretazione autentica” del regolamento in fieri?

Più che una risposta di chiarimento, conseguente a quesiti posti dalle scuole, ci sembra una necessità “mediatica”, sollecitata dagli organi di stampa, che hanno voluto fotografare una realtà distorta, o per lo meno parziale, del momento valutativo finale della scuola media.

Basta un articolo sul “sei rosso”, pubblicato su una rivista online del settore, per scatenare una simile “bagarre”? Non sarebbe stato più dignitoso ( è l’aggettivo più neutro che sono riuscito a trovare) “accompagnare” le scuole, durante l’intero anno scolastico, attraverso il difficile cammino imposto dall’applicazione della legge 169?
La risposta è no, perché l’ipotesi culturale della nuova valutazione si è sempre dichiarata come risposta ad una esigenza di rigore, di valutazione punitiva e netta: chi non studia e/o non capisce avrà 5, col 5 si è bocciati.

Non era quindi possibile, ex ante, indicare e ricordare che, comunque, è il C.d.c. che delibera a maggioranza i singoli voti proposti dai docenti, valutando la possibilità di raggiungere gli obiettivi didattici e formativi nel corso dell’anno successivo. Ma le scuole, che da sempre hanno valutato tenendo in conto queste considerazioni, non avevano dubbi rispetto a questi criteri: l’averlo voluto precisare dopo, da parte del MIUR, offende l’onestà professionale e l’intelligenza di docenti e Dirigenti scolastici.

Nelle occasioni di dibattito che le scuole hanno autonomamente organizzato, grazie soprattutto alla capacità e volontà delle associazioni professionali dei docenti e dei dirigenti scolastici, in primo luogo l’ ANDIS, si è evidenziata con chiarezza la non praticabilità, per la scuola media, della bocciatura in presenza anche di una sola insufficienza. Da qui l’indicazione di valutare l’intero percorso di apprendimento dell’alunno, in relazione agli esiti disciplinari e al raggiungimento degli obiettivi formativi, segnalando alla famiglia gli obiettivi raggiunti parzialmente ed i percorsi per attuare i recuperi necessari. Ma di questo la stampa non parla, e nemmeno viene riconosciuto dal MIUR. Sembra quasi che la buona novella venga comunicata al popolo bue, che altrimenti non avrebbe saputo come fare (anche se, vista la tempistica, aveva già provveduto).

In un precedente “comunicato” del 28.05.09 il MIUR, non sappiamo se il Ministro in persona (visto che la nota proviene dall’Ufficio stampa), si chiariscono le linee d’intervento derivanti dal regolamento sulla valutazione approvato, cioè annunciato ma attualmente ancora misteriosamente non consultabile nella sua ultima versione. Il lessico usato è quantomeno inusuale per la scuola, troppo moderno per noi bacchettoni!

Si parla di “cartellini gialli” per alunni che hanno ricevuto sanzioni, di “cartellini rossi” attribuiti dal, udite udite, Collegio dei docenti e tradotti in un 5 in condotta!

Da quando si delibera in collegio un 5 in condotta? La scuola sta proprio cambiando, ci dobbiamo adeguare, si chiede più rigore!

Sorge un dubbio: forse, nella metafora dei cartellini gialli e rossi, si vuole considerare la scuola come una squadra di calcio? Allora capiamo il rigore richiesto, oramai siamo ai calci di rigore per risolvere una partita che è ferma sullo 0 a 0 e che non porta alla vittoria del successo formativo.

Ci chiediamo se, visto che non sono stati ancora stanziati i fondi per il funzionamento delle scuole, per il pagamento delle supplenze, per il contratto dei Dirigenti ormai scaduto da più di 3 anni, non avendo finanziamenti per la campagna acquisti dei giocatori (escludendone la vendita e l’espulsione), non si possa “far cassa” vendendo il Presidente della società e anche il suo allenatore. Non ne sentiremmo certo la mancanza.