Ma il bonus della maturità è stato cambiato?

da Tuttoscuola, 5 giugno 2009

Può capitare che nelle fasi convulse della campagna elettorale qualche politico, anche se di rango, incorra in qualche equivoco.

La materia in discussione è quella del "bonus" per la maturità che, da dieci anni, è quantificato in 5 punti a disposizione della Commissione esaminatrice per premiare studenti meritevoli che abbiano ottenuto almeno 15 punti nel credito scolastico e ottengano almeno 70 punti complessivamente nelle prove scritte e orali d'esame.

Il ministro Fioroni ha deciso a suo tempo (e la disposizione, lasciata intatta dalla Gelmini, entra in vigore da quest'anno) che il credito scolastico salga dal massimo di 20 punti a 25 punti, e che la prova orale scenda da 35 a 30 punti. Il totale tra credito (25 punti), prove scritte (45 punti) e orale (30 punti) fa sempre 100.

In questo modo, per raggiungere i 15 punti minimi di credito per il bonus sarà più facile, ma per raggiungere il minimo di 70 punti delle prove sarà più difficile. Teoricamente i valori si compensano, ma non vi è dubbio che saranno premiati con il bonus i bravissimi, a meno che le commissioni non diano un aiutino ai più bravi già nella prova orale.

Molto critico su questo operazione si è dichiarato il capogruppo del Pd in Commissione Istruzione al Senato, Antonio Rusconi che ha criticato la Gelmini per una politica del merito fatta solo a parole.

"Il ministro dell'Istruzione ha ridotto il bonus maturità di 15 punti, premiando in maniera quasi irrisoria i risultati degli alunni meritevoli", dice Rusconi che critica la Gelmini e difende l'operato dell'ex-ministro Fioroni in quanto, a suo parere "Forse Gelmini distrattamente non considera che l'allora ministro Fioroni non aveva deciso i tempi di entrata in vigore e i punteggi estraendo i numeri al lotto, ma aveva assegnato una dote di 25 punti perché quella era la soglia che rendeva efficace il provvedimento. Se si continuerà in questo modo, il tema del merito non verrà mai affrontato nella scuola italiana per timore di perdere qualche ambito di consenso". Conclude Rusconi: "Purtroppo continua la stagione delle riforme spot per coprire i gravi tagli effettuati che rendono la nostra scuola più povera".