Per i supplenti a bocca asciutta di A.G. La Tecnica della Scuola, 12.6.2009 Se Inps, Mef e Regioni daranno l’ok, i precari che nell’a.s. 2009-10 rimarranno disoccupati prenderanno quasi il 50% dello stipendio. Ed il periodo avrebbe anche validità giuridica. Ma l'ipotesi vale solo per quelli che nell'anno in corso hanno stipulato un contratto almeno sino al termine delle lezioni. Entusiasti i sindacati. Finalmente una buona notizia per i precari della scuola, in particolare per i circa 18-20.000 docenti che nel 2009-2010 potrebbero ritrovarsi disoccupati dopo aver invece ottenuto nell’anno in corso un supplenza di lunga durata: il ministero dell’Istruzione sta infatti lavorando alacremente sull’ipotesi di sostituire la tradizionale indennità di “disoccupazione” con una innovativa e più redditizia indennità di “disponibilità”. Se passasse il progetto così come è stato prospettato ai sindacati nella serata dell’8 giugno, la continuità del rapporto di lavoro sarebbe garantita a tutti gli insegnanti precari che in questo anno scolastico sono stati titolari di un contratto di lunga durata (annuale o fino al termine delle lezioni), ma che a seguito dei tagli previsti in Finanziaria nel prossimo non verrebbero riconfermati. Per questi lavoratori il Miur sta predisponendo, oltre che un regolamento che li favorisca, attraverso una priorità in occasione delle chiamata su supplenze temporanee, anche un riconoscimento economico pari a quasi il 50% dello stipendio in caso di disoccupazione: una percentuale derivante dalla somma della normale quota concessa a coloro che sono in stato di disoccupazione a cui si aggiungerà un'ulteriore somma. Al riconoscimento economico bisognerà poi aggiungere il vantaggio ai fini dell’anzianità di carriera del personale: il periodo sovvenzionato avrebbe infatti piena validità anche da un punto di vista giuridico. Il Miur ha già dato mandato di verificare la fattibilità finanziaria del progetto al ministero dell’Economia e all’Inps; i quali dovrebbero dare una risposta entro la prossima settimana. Il piano ha buone possibilità di riuscita perché una parte degli ammortizzatori sociali verrebbero garantiti dalle Regioni: attraverso una verifica realizzata dalla Uil Scuola nelle scorse settimane è stato infatti accertato che Marche, Puglia, Campania, Lombardia e Sardegna sarebbero pronte a dare il loro assenso al progetto. Forse anche per dare una risposta concreta alla contestazione annunciata per il 15 luglio davanti al Parlamento da praticamente tutte le associazione e i coordinamenti dei precari, il ministero dell’Istruzione ha fatto inoltre sapere di avere intenzione un “tavolo permanente” proprio sul precariato. Un tavolo attorno a cui, una volta giunto l’ok di Inps e Mef, si siederanno le stesse organizzazioni sindacali. Che in ogni caso hanno già espresso il loro assenso per l’iniziativa auspicando, anzi, una sua immediata attuazione. Secondo Massimo Di Menna, leader Uil Scuola, occorrerò nei prossimi giorni “passare dal lavoro che l’amministrazione sta facendo alla concreta soluzione del problema in modo chiaro e trasparente dando certezza a tutti della retribuzione e del lavoro. È positivo che si pensi non ad una indennità di ‘disoccupazione’ ma ad una indennità di ‘lavoro’ e l’utilizzo di tutte le risorse disponibili a questa finalità. Ma la soluzione deve essere certa e tempestiva. Va evitato, in ogni modo, che la sua realizzazione venga ritardata o complicata da motivazioni formalistiche, burocratiche”. Anche la Gilda degli insegnanti, attraverso il suo coordinatore nazionale, Rino Di Meglio, ha “definito accettabile l'ipotesi prospettata, a condizione che i tempi per realizzarla siano celeri”. Come la Cisl Scuola, che ha anche “sollecitato il ministro a definire nel più breve tempo possibile le intese e gli strumenti necessari per dare corpo a questa ipotesi”. |