SCUOLA

«Voti migliori per l’ora di religione»
Scontro col preside: arriva la polizia

Consiglio infuocato al «Foscari-Massari». La legge prevede la possibilità
di un punto in più a chi si distingue e il capo d’istituto s’impunta
I professori: «Non ci sono materie alternative, è discriminatorio»

di Alice D'Este, Il Corriere del Veneto 20.6.2009

MESTRE — Scontro durante gli scrutini. Il punteggio agli studenti che frequentano l’ora di religione fa litigare preside e professori e a scuola arriva la polizia. E’ successo ieri all'istituto tecnico statale per geometri e ragionieri «Foscari- Massari» di Mestre durante il consiglio dei docenti delle quinte uscenti, 5A e 5B. La causa dell'aspro disaccordo tra i professori e il dirigente scolastico Valter Rosato è stata la scelta per l'attribuzione o meno, in vista degli esami di maturità, di un punteggio legato alla «frequenza assidua e interessata all'ora di religione». Cosa prevista dalla legge, ma la stragrande maggioranza delle scuole cittadine non lo applica per evitare discriminazioni con gli studenti che non seguono l’ora di religione e non hanno materie alternative perchè la scuola non le organizza. Anche il Foscari-Massari lo aveva eliminato dai punteggi, ma il preside ha riconvocato il consiglio dei docenti per rivedere la decisione, dopo una lettera della direzione scolastica regionale, ed è scoppiato il finimondo.

Le volanti sono arrivate a scuola su richiesta del dirigente quando un docente se n’è andato dalla classe. «La scuola non ha criteri comuni sul credito per l’ora di religione dall’anno scorso, quindi la decisione spetta al consiglio di classe — dice spiega Raffaella Occari, docente della 5A — lo scrutinio delle due quinte geometri era già stato fatto una settimana fa e il consiglio di classe, all'unanimità, compreso l'insegnante di religione, aveva deciso per il no». «Abbiamo deciso così perché in questa scuola non esistono le attività alternative — spiega Luca Dal Pas, un altro insegnante — se si attribuisse un credito alle ore di religione un ragazzo che scegliesse di non seguirla ne risulterebbe automaticamente discriminato».

Sembrava tutto risolto, ma il dirigente (che ha rifiutato qualsiasi dichiarazione) ha riconvocato tutti a distanza di una settimana, dopo aver ricevuto una nota inviata dal direttore dell'ufficio scolastico regionale Carmela Palumbo, che aveva definito il verbale del preside sulla riunione «carente di motivazioni». «Le motivazioni mancavano, è vero, perchè non sono state trascritte — dice Raffaella Occari — eppure le avevamo dette in modo chiaro. Bastava riscrivere in modo corretto il verbale, ma il preside ha detto no».

E qui è scoppiata la lite con i docenti, con la professoressa Occari che se n’è andata. Poco dopo sono arrivate due volanti. «Non commento quanto accaduto d o p o la riunione dei docenti mentre confermo di aver chiesto al capo di istituto di riconvocare il consiglio per carenza di motivazioni nel verbale — dice Carmela Palumbo — l'ordinanza ministeriale è chiara, la religione diventa materia di studio e la conseguenza è che debba entrare nei criteri per la valutazione dell'attribuzione del credito senza scelte a priori, però, né in un senso né nell'altro».

Ma la maggior parte delle scuole si comporta diversamente. «Il voto di religione cattolica non entra nella media per il credito scolastico — dice Domenico Ticozzi, preside dello Zuccante di Mestre — il docente di religione partecipa a pieno titolo al consiglio di classe nella votazione per l'attribuzione del credito ma sono due cose diverse». «Assolutamente no, qui non succede — dice Marisa Gruarin, insegnante del liceo Giordano Bruno di Mestre — allora dovremmo tenere conto di quanto siano 'osservanti' gli studenti mussulmani? Del volontariato, quello si, teniamo conto».