"Italiani gli insegnanti più vecchi" I dati dell'Ocse: il 52 per cento dei docenti è ultra 50enne La Stampa 16.6.2009
ROMA La Teaching and Learning International Survey (Talis), si basa su una serie di quesiti sottoposti a un corposo campione, 70.000 tra docenti e presidi di scuole di 23 paesi. Indagine volta prevalentemente a analizzare le valutazioni che gli stessi corpi docenti danno dei sistemi scolastici. L’Ocse segnala, inoltre, che il rapporto studenti-insegnanti viene valutato dagli stessi docenti in maniera lievemente meno positiva rispetto alla media internazionale. In Italia si registra uno dei livelli più elevati di soddisfazione degli insegnanti sul proprio lavoro, pari al 95 per cento, mentre è ancora più elevata la quota di quelli che giudica positivamente la propria efficacia nell’insegnare, ben il 98 per cento. Allo stesso tempo, però, l’Ocse segnala che nel Belpaese è più elevata della media la quota di presidi che riferisce di mancanza di insegnati specializzati e personale tecnico - ad esempio per i laboratori - 52 per cento contro la media internazionale del 38 per cento. Meno positive anche le valutazioni sulla disponibilità di strutture tecniche e libri per l’istituto. Inferiore alla media internazionale dell’89 per cento è poi la quota di insegnanti che riferisce di aver partecipato a attività di sviluppo professionale negli ultimi 18 mesi: in Italia è all’85 per cento. Ma allo stesso tempo sono più numerose le giornate dedicate a questa voce: 27 in Italia (per chi ha svolto questa attività) contro una media Talis di 15 giorni. L’Ocse segnala che in media gli insegnanti sotto i 40 anni hanno passato il doppio del tempo sulla loro stessa formazione rispetto ai loro collegi over 50, e che nelle scuole private vengono dedicati 14 giorni in più a questa voce rispetto alla scuola pubblica. Le scuole italiane sono poi tra quelle a disporre di minore autonomia su assunzioni e livelli delle retribuzioni degli insegnati, laddove godono di più autonomia in merito all’allocazione dei fondi. |