Solo il 17,7% crede sia necessario punire i responsabili

Scuola, un quarto dei bimbi vittime di bullismo

A tracciare i contorni del fenomeno il Rapporto Eurispes-Telefono Azzurro: di fronte al bullo il 16,3% non reagisce, solo il 13,2% avverte l'insegnante. Vittime predilette delle prepotenze sono omosessuali, stranieri, disabili e 'secchioni'. E con le nuove tecnologie crescono i 'cyberbulli'

da IGN-ADNkronos, 19.1.2009

Roma, 19 gen. - (Adnkronos) - Il bullismo è un fenomeno dalla ''massiccia consistenza'', che crea sempre più allarme nella scuola e non solo, per arginare il quale il ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca, Mariastella Gelmini, non ha escluso la possibilità di utilizzare le telecamere nelle aule come deterrente. Da sola ''e' una misura che non basta'' ha precisato il ministro. Ma certamente puo' essere utile per 'difendere' quel quarto di bambini che si dichiara vittima di atti di bullismo.

A tracciare i contorni del fenomeno, difficilmente quantificabile, l'ultimo Rapporto Eurispes-Telefono Azzurro sulla condizione dell'infanzia e dell'adolescenza. Dal Rapporto emerge che per il 59,9% dei bambini il bullismo è una prepotenza contro un compagno più debole che si ripete spesso; per il 17,7% si tratta di un'azione che va contro la legge.

In pochi manifestano una posizione più ''indulgente'': per il 7,3% si tratta di un gioco tra compagni, per il 6% di un litigio o una presa in giro. Oltre un quarto dei piccoli è stato ripetutamente vittima di brutti scherzi (27,8%), seguono le provocazioni e le prese in giro (26,6%) e le offese immotivate (25,6%). Il 17,6% è stato invece continuamente escluso ed isolato dal gruppo. Nel 13,5% dei casi i bambini riferiscono di aver subito furti di oggetti o cibo (13,5%), percosse (11,5%), minacce (11,1%), ma anche furti di denaro (4,7%).

Sono soprattutto i maschi ad aver subito ripetutamente minacce (15,4% contro 7%), percosse (14,8% contro 8,2%), provocazioni e/o prese in giro (29,5% contro 23,8%), brutti scherzi (29,9% contro 25,9%), offese immotivate (27,4% contro 23,8%), furti di oggetti/cibo (14,8% contro 12,3%). Le bambine invece si trovano con più frequenza a dover subire l'esclusione e isolamento dal gruppo (20,2% vs 14,9%).

Di fronte al bullo sono in molti a non reagire (16,3%). D'altra parte, il 13,2% dei bambini ha avvertito un insegnante o il Dirigente scolastico, l'11,7% ha detto al bullo di smetterla, il 9,8% è addirittura venuto alle mani, l'8,4% ha avvertito i suoi genitori, il 7,5% ha chiesto l'aiuto di altri compagni, il 5,9% è fuggito, il 3,6% si è messo a piangere. Circa un bambino vittima di bullismo su quattro dichiara quindi di aver adottato un atteggiamento passivo di fronte agli atti di prepotenza; un bambino su cinque ha invece reagito attivamente da solo, a parole o con uno scontro fisico. La maggior parte (29,1%) ha però preferito chiedere un aiuto esterno ai propri coetanei o, più spesso, ad un adulto, in ambito scolastico o famigliare.

Ma come si comporta chi assiste ad episodi di bullismo? Il 17,7% dei bambini afferma che, innanzi ad azioni di prepotenza, i propri compagni di scuola si spaventano mentre nel 16,5% dei casi il comportamento adottato è quello di chiedere aiuto ai più grandi. Il 15,2% dei bambini dichiara che tra compagni si manifesta spesso un atteggiamento di disapprovazione che li spinge ad aiutare la vittima. All'incirca un bambino su dieci (9,5%) sostiene, al contrario, che i propri compagni si divertono innanzi a scene di bullismo, il 5,1% che vige l'indifferenza mentre il 4% sostiene che i compagni disapprovano il gesto ma non agiscono per contrastarlo. Solo il 2,4% confessa che i propri compagni reagiscono dando man forte al bullo.

Che cosa si può fare per fermare il bullismo? I bambini ritengono che la soluzione al fenomeno sia quella di appellarsi al mondo degli adulti (32,1%). Un bambino su cinque circa (21,5%), invece, pensa che parlare con il bullo per convincerlo a non agire più con prepotenza sia l'unico modo per arginare il fenomeno. Segue il gruppo di minori a favore di una punizione per il bullo (17,7%) e di quanti credono sia necessario agire in gruppo per sostenere la vittima ogni qualvolta si verifichino episodi di prepotenza gratuita (10,6%). Solo il 3,3% pensa che il fenomeno possa essere fermato convincendo la vittima a reagire.

Le vittime predilette dei bulli sono omosessuali, stranieri, disabili e 'secchioni': I ragazzi che non sanno difendersi sono i più esposti agli episodi di bullismo (28,9%). Altri elementi di vulnerabilità, vengono individuati dai ragazzi nell'essere omosessuale (18,1%) e nell'appartenere ad un'altra cultura (15,3%), seguono l'essere diversamente abile (8,4%) e l'andare benissimo a scuola (5,7%). Sono invece poco rilevanti, a giudizio degli intervistati, la scarsa avvenenza (2,1%) ed un fisico gracile (2,2%).

La più alta percentuale di ragazzi che hanno assistito ad atti di bullismo a scuola si trova nelle Isole: 48,1%, ovvero quasi la metà del campione considerato. Valori più bassi si registrano al Centro (38,7%), al Sud (38,4%) e al Nord-Est (38,1%), mentre al Nord-Ovest i ragazzi testimoni di bullismo scolastico sono meno numerosi (27%).

Qual è il comportamento degli insegnanti? La decisione prevalente riguarda i provvedimenti disciplinari, come note o sospensioni (29,8%). Il 18,8% dei docenti rimprovera il responsabile, mentre il 13,9% non si accorge di nulla ed un altro 8,9% non interviene. In altri casi gli insegnanti parlano con i genitori dei bulli (9,5%) o si rivolgono al Dirigente della scuola (8,7%).

La reazione più comune degli adolescenti, quando assistono ad un episodio di bullismo, è la rabbia (40,7%), seguita dalla pena per la vittima (26%). Il 13,3% riferisce di provare disapprovazione, il 6,7% paura, il 5,8% indifferenza. Sono pochissimi i ragazzi che affermano di provare ammirazione (0,1%) o invidia (0,3%) per il bullo, oppure di divertirsi (1,9%).

Non è finita. Sms o e-mail offensive o minatorie, creazione di siti Internet sui quali vengono diffuse immagini o filmati compromettenti per la vittima: sono i mezzi utilizzati dai bulli che agiscono attraverso le nuove tecnologie, i cyberbulli.

Il 49,7% dei 'cyberbulli' preferisce il cellulare, mentre il 40,3% sceglie di sfruttare la Rete. In particolare, il 19% dei cyberbulli agisce sulle chat o attraverso i siti di instant messaging (9,5%); l'8,2% tramite blog (3,8%), forum (2%) e e-mail (2,4%); il 3,6% fa il prepotente attraverso giochi di ruolo on line. Le vittime del cyberbullismo lamentano di aver ricevuto o di essere venuti a conoscenza dell'esistenza di informazioni false sul proprio conto, trasmesse tramite Internet o il cellulare (22,5%); all'8,5% sono stati recapitati messaggi offensivi o minacciosi, mentre il 4,1% afferma di essere stato escluso da gruppi on line.

La maggior parte non ha idea di chi possa essere a perpetrare simili azioni nei loro confronti (37,6%). Tali azioni vengono portate avanti più spesso da persone che la vittima conosce poco (19,7%) o, più raramente, da amici e compagni di scuola (11,4%).A chi si chiede aiuto? I ragazzi confidano più spesso l'accaduto ad un coetaneo (25,5%), oppure, cercano l'aiuto dei genitori (21,5%). Molti invece preferiscono non farne parola con nessuno (22,1%). Poca fiducia viene riservata, inoltre, agli insegnati (il 7,2%) e ai fratelli o alle sorelle (5,7%).