Scuola: Bagnasco,
istituti cattolici allo stremo,
servono fondi

 IGN-ADNkronos, 26.1.2009

Città del Vaticano, 26 gen. - (Adnkronos) - Un drammatico allarme é stato lanciato nel pomeriggio di oggi dal cardinale Angelo Bagnasco circa la situazione delle scuole cattoliche con particolare riferimento a quelle materne. Aprendo i lavori del consiglio episcopale permanente, Bagnasco ha rilevato che le ''scuole cattoliche sono allo stremo'' e che serve anche l'aiuto delle Regioni. La Cei aveva di recente polemizzato con il governo a causa di un emendamento che tagliava in modo significativo i fondi alle scuole cattoliche. Successivamente l'Esecutivo aveva reintrodotto buona parte di questi fondi nella legge finanziaria, anche se la loro destinazione, cioé quale tipo di scuole, se pubbliche o parificate, non era stata definita con certezza. Bagnasco ha spiegato che la Chiesa non rivendica nulla per sé dal punto di vista economico.

''Le nostre scuole sono allo stremo'', ha detto il cardinale. Quindi ha spiegato che ora ''si decidono a chiedere qualcosa, che é comunque poco rispetto al molto, molto di piu' che quel loro servizio costerebbe se dovesse essere esplicato direttamente dallo Stato''. ''Esempio preclaro - ha aggiunto - di una sussidiarietà vantaggiosa per la collettività. Ecco perché siamo grati a quanti con abnegazione operano in queste scuole aperte a tutti gli italiani, senza discriminazioni; e siamo nel contempo grati al Papa che anche di recente ha voluto unire la sua voce alla nostra per dire che va favorita 'quella effettiva uguaglianza tra scuole statali e scuole parificate', così da consentire 'ai genitori opportuna libertà di scelta circa la scuola da frequentare''. ''In altre parole - ha aggiunto il cardinale - si tratta di dar compimento a quel sistema pubblico integrato che é scaturito da una legge importante approvata dal Parlamento nazionale nel marzo 2000''. ''Aggiungo - ha spiegato - che nessuno si attende il tutto subito, ma almeno che non si torni indietro quando sono in ballo servizi tanto delicati, in particolare le scuole materne, per le quali l'offerta statale da sola sarebbe in ogni caso anche quantitativamente insufficiente. Per tali scuole hanno responsabilità anche le Regioni, cui parimenti ci rivolgiamo perché vogliano mantenere i loro impegni.''