Pronto il documento elaborato dai tecnici Pensioni, due proposte da Brunetta Roberto Giovannini, La Stampa 14.1.2009
ROMA La seconda ipotesi sembra quella destinata a prevalere; se non altro perché la prima - sostenuta dal deputato Pdl Giuliano Cazzola - rappresenterebbe un primo passo nel pubblico impiego da recepire presto o tardi anche per la previdenza del lavoro privato. E dunque, pare destinata a incontrare maggiori resistenze da parte del fronte sindacale. Fronte che ieri ha cominciato a muoversi e agitarsi, dopo aver scoperto che il governo italiano ha ufficialmente risposto all’Unione Europea che l’Italia si adeguerà alla sentenza della Corte di Giustizia. Tra l’altro, va detto che finora - smentendo prassi e consuetudini consolidate - il ministro Brunetta ha accuratamente evitato di consultare ufficialmente le confederazioni sindacali sul tema. Qualche preoccupazione ce l’ha anche il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, non coinvolto neppure lui come vorrebbe dal collega di governo e di fede politica. Per adesso Sacconi ripete che l’operazione riguarderà soltanto il pubblico impiego e non il lavoro privato. Come detto, nel sindacato sale la preoccupazione. «Un intervento sull’età pensionabile in questo momento di crisi è un controsenso e, soprattutto, non è una priorità», afferma il segretario confederale della Cgil, Susanna Camusso. Per la Uil ogni intervento sull’età pensionabile delle donne «deve essere fatto esclusivamente su base volontaria, nel rispetto dello spirito della legge Dini», sostiene il segretario confederale, Domenico Proietti. L’aumento dell’età pensionabile delle donne «non è un tabù» ma un argomento che il sindacato è disposto a discutere purché sia «graduale e volontario», afferma invece il segretario generale dei pensionati della Cisl, Antonio Uda, secondo il quale «il sindacato non può eludere la questione», Cgil compresa, nonostante sembri al momento impegnata in una «opposizione ideologica al Governo». Il segretario della Funzione pubblica Cgil, Carlo Podda, chiede di non «dover subire un’ennesima scelta dirigista. Se così fosse - annuncia - la risposta della Fp-Cgil verrà data in piazza». «Il governo si avvalga del contributo del sindacato per rispondere alla Ue in merito all’aumento della età pensionabile delle donne nella pubblica amministrazione», afferma il segretario confederale dell’Ugl Marina Porro, che chiede «confronto e volontarietà».
Sul versante
opposto c’è proprio Giuliano Cazzola, che fa capire che dopo il
pubblico arriverà il privato: «L’Alta Corte di Giustizia ha posto
solo il problema dell’età pensionabile delle lavoratrici del
pubblico impiego - afferma il vicepresidente della Commissione
Lavoro della Camera - ma anche i cammini più lunghi cominciano
sempre con un primo passo. La questione delle pensioni dovrà
riaprirsi presto quando ci accorgeremo che la controriforma del 2007
è in larga misura sprovvista di copertura finanziaria». |