Diesse, i 150.000 pensionamenti
non verranno rimpiazzati

Così il Governo ridurrà i prof in rapporto agli studenti in linea con la media UE

 La Stampa 13.1.2009

ROMA
Tempi duri per i 240.000 precari della scuola: secondo l’associazione professionale di insegnanti Diesse - acronimo di Didattica e innovazione scolastica - l’abbandono dalla scuola nel prossimo quinquennio di quasi 150.000 docenti, al ritmo di 28.000-30.000 pensionamenti l’anno, rappresenta per il governo una ghiotta occasione per portare il rapporto numero di docenti in rapporto a quello degli studenti in linea con la media europea.

Per i tanti supplenti in lista di attesa, diversi dei quali da almeno dieci anni, i tempi per il ruolo sarebbe però una vera doccia fredda: i tempi per la loro assunzione a tempo indeterminato infatti rischiano di allungarsi ulteriormente.

I 142.000 assunti lo scorso anno con un contratto annuale da settembre a fine agosto successivo o “fino al termine delle attività didattiche” (a giugno) e i 100.000 impegnati in supplenze brevi rimarranno con ogni probabilità “al palo” per il probabile blocco del turn over o comunque per l’assunzione di pochissimi insegnanti.

Secondo l’associazione, che ha analizzato alcuni dati recenti emessi dalla Fondazione Agnelli e della Cgia di Mestre, una buona parte dei pensionamenti verranno annullati «dall’applicazione del piano programmatico del ministero della Pubblica istruzione che dovrebbe portare nell’arco di un triennio a una “cura dimagrante” di 87.400 posizioni».

Oltre a ridurre la spesa - complessivamente in finanziaria il calcolo è pari a quasi 8 miliardi di euro in tre anni - la scuola italiana in questo modo restringerà la forbice docenti-studenti: «da 10-11 docenti per 100 studenti a 9-10 circa) potrà essere ottenuto semplicemente non sostituendo i docenti dimissionari», spiegano dall’associazione Diesse.

«Una scelta foriera di limitate tensioni sociali - continuano - che potrebbe portare, tuttavia, al rallentamento o alla sospensione dell’immissione in ruolo dei precari, che dal 2001 ad oggi è stata pari a oltre 200.000 unità».

Amara la conclusione dell’organo di rappresentanza dei docenti: «si prospettano tempi duri per chi intende accedere nel prossimo futuro alla professione docente, date le restrizioni in essere».