Giustizia, così piace poco. Ma più fiducia nelle
Istituzioni
Da internet alla scuola,
la fotografia Eurispes dell'Italia di oggi
Tre italiani su dieci su Facebook mentre la
riforma Gelmini è promossa solo a dal
'Rapporto 2009'. Crisi, "diminuisce
il caro vita". Lavoro,
la precarietà assilla i giovani
IGN-ADNkronos,
30.1.2009
Roma, 30 gen. - (Adnkronos/Ign) - "Un Paese più avanti del suo
Governo". Così il presidente dell'Eurispes
Gian Maria Fara sintetizza, nel titolo alle sue
considerazioni generali, il
'Rapporto Italia 2009' presentato oggi alla Biblioteca
nazionale centrale di Roma. "Si respira un'aria di impaziente attesa
-spiega- nel senso che il Paese sembra essere ancora più avanti del
suo Governo e attende, appunto, che questi lo raggiunga. In genere
-osserva Fara- sono i governi e le classi dirigenti a precedere, a
indicare la meta, a tracciare il percorso. Nel nostro caso, invece,
la società italiana cresciuta e consapevole appare sempre più
desiderosa di forti e decisivi cambiamenti: è andata avanti e
pretende che il Governo la segua, ne assecondi gli obiettivi".
INTERNET. Cambiamenti che gli italiani esprimono anche
misurandosi con le nuove tecnologie. Secondo l'Eurispes
tre italiani su dieci socializzano su Facebook. Nonostante il
38,1% degli italiani dichiari di non essere iscritto a Facebook, è
significativa la percentuale di quanti utilizzano questa forma di
comunicazione (30,7%). Quindi tre italiani su dieci contribuiscono
con la loro presenza virtuale ad alimentare quello che da più parti
è stato definito il 'fenomeno del millennio'. E sono soprattutto i
giovani tra i 25 e i 34 anni e quelli tra i 18 e i 24 anni
(rispettivamente il 53,7% e il 52,7%) a sperimentare questo nuovo
strumento di comunicazione.
SCUOLA E UNIVERSITA'. Riforma Gelmini promossa a metà.
La maggioranza degli italiani (62,5%), infatti, approva la
reintroduzione del voto in condotta, così come il ritorno della
valutazione in decimi ma ''boccia'' il ritorno del ''maetro unico''
e lo stop al tempo prolungato nella scuola primaria. Secondo
l'indagine, il 58,1% dei cittadini condivide il provvedimento
secondo il quale il giudizio sull'andamento scolastico debba essere
espresso in decimi. Ma agli italiani non piace l'opportunità offerta
agli Atenei di trasformarsi in Fondazioni, prevista dalla riforma
targata ''Gelmini''. Il 42,2% degli italiani non condivide questo
aspetto e il 22,3% lo condivide poco. Per contro, il 13,8% ritiene
che si tratti di una novità interessante che potrebbe migliorare il
livello d'istruzione offerto.
GIUSTIZIA. In relazione a questo capitolo il 62,3% degli
italiani ritiene che il problema principale sia rappresentato dalla
durata irragionevole dei processi. Più bassa è, invece, la
percentuale di coloro i quali sono convinti che la principale causa
del malfunzionamento della macchina giudiziaria sia attribuibile
all'inadeguatezza dell'ordinamento giuridico (20,4%) o alla mancanza
di imparzialita' dei magistrati (10,8%). Pochissimi giudicano
positivo l'operato di questa Istituzione (1,6%). La maggioranza
degli italiani ritiene che debba essere oggetto di revisione
principalmente l'apparato sanzionatorio dell'omicidio (20,4%).
Significativa è la percentuale di quanti ritengono opportuno un
inasprimento delle pene per i reati di violenza sessuale (18,5%), di
guida in stato di ebbrezza (14,8%) e per quelli di natura
finanziaria/economica (13,7%).
SICUREZZA. Ed entrando nel capitolo sicurezza è del 24,2%, in
calo rispetto al 2008 (38,3%), la percentuale dei cittadini che teme
il furto nella propria abitazione, reato comunque in cima ai timori
degli italiani. E' del 17,1% la percentuale di quanti dichiarano di
avere paura di un'aggressione fisica, +9% rispetto all'anno
precedente. Segue chi teme le truffe (14,6% contro il 9% del 2008) e
chi teme il furto dell'automobile o del motorino (10,6% contro
l'11,4% del 2006). Sfiorano percentuali al di sotto del 10%, la
paura dello scippo o del borseggio (9,6% contro 13,2% del 2008), la
paura della violenza sessuale (8,4% contro 6,1% del 2008) e la paura
della rapina (8,1% contro 7,4% del 2008).
POLITICA. Tutto sommato però gli italiani sono più fiduciosi
nei riguardi delle istituzioni rispetto agli scorsi anni. Infatti,
sebbene il numero degli italiani che si dicono sfiduciati sia
comunque prevalente, si possono rintracciare indicazioni di ripresa
o comunque di stabilizzazione. Insomma, il trend discendente che ha
segnato il distacco dei cittadini dalla politica e dalle Istituzioni
subisce una battuta d'arresto nel corso del 2008 e all'inizio del
2009. La rilevazione dell'Eurispes segnala in particolare l'aumento
della fiducia dei cittadini nei confronti del Capo dello Stato con
un incremento dei consensi di quasi quattro punti percentuali. Per
le altre Istituzioni prevalgono numericamente gli sfiduciati, ma sul
fronte di chi accorda la propria fiducia si evidenziano cambiamenti
positivi: così accade per il Governo che si porta avanti di 2 punti,
ma soprattutto per il Parlamento che acquista un +6,8% e, al
contempo, una diminuzione di quanti si dicono sfiduciati del 3,5%.
GAY. Nel "Rapporto Italia 2009" l'Eurispes ha voluto sondare
le opinioni e gli atteggiamenti degli italiani nei confronti
dell'omosessualità sottolineando che la maggioranza (52,5%) afferma
di considerare l'omosessualità una forma di amore come
l'eterosessualità; un terzo (33,3%) dichiara invece di poterla
tollerare solo se non ostentata, mentre quasi un italiano su dieci
(9,3%) la definisce immorale. Confrontando i risultati con quelli
ottenuti nell'indagine svolta nel 2003, è leggermente aumentata la
quota di chi equipara l'amore omosessuale a quello eterosessuale
(dal 49,2% al 52,5%), mentre sono rimaste sostanzialmente stabili le
quote di chi sopporta l'omosessualità, ma solo se non espressa
(32,8% nel 2003) e di chi la ritiene immorale (10,3% nel 2003).
INFRASTRUTTURE E NUCLEARE. Bocciati dagli italiani. Sono
molti ancora coloro che reputano l'offerta infrastrutturale
piuttosto scarsa in Italia mentre è da considerarsi oggi uno dei
primi punti su cui costruire programmi di sviluppo economico e
sociale. In particolare, il 40,8% ha espresso un voto tra il 5
(21,4%) e il 6 (19,4%) per quel che riguarda l'efficienza delle reti
di trasporto in generale e lo stato delle opere pubbliche presenti
sul territorio nazionale. Ma ben il 45,6% ha indicato un valore non
superiore al 4 (19,2%). Parallelamente, solo il 10% considera le
reti stradali e dei trasporti perfettamente adeguate alle esigenze
proprie e del Paese (voti tra il 7 e il 9). Sono le regioni del
Centro e del Sud ad avvertire maggiormente il problema della scarsa
efficienza e qualità della rete infrastrutturale della Penisola con
giudizi che non hanno superato il livello del 4, rispettivamente nel
57,4% e nel 50,2% dei casi.
Infine, è quasi la metà degli italiani a bocciare l'uso dell'energia
nucleare. Sebbene con motivazioni differenti, affermano di essere
contrari alla attivazione di centrali sul nostro territorio il 45,7%
dei cittadini, a fronte del 38,3% dei favorevoli. In particolare, le
motivazioni di quanti si oppongono al nucleare sono il non ritenere
questa una soluzione rapida per risolvere i problemi connessi
all'energia (18,4%) e il timore dei rischi che una tale scelta
comporterebbe (27,3%). Tra i favorevoli, invece, gli orientamenti si
dividono tra quanti ritengono che il nucleare è una buona soluzione
per porre rimedio alla crisi energetica (30,1%) e tra una parte
minoritaria di coloro che pongono come unica condizione la locazione
delle centrali in luoghi distanti dalla zona in cui abitano (8,2%).
Non mancano infine alcuni cittadini che dichiarano di essere
indifferenti nei confronti della questione (4,2%).