LA SCHEDA.
L'organizzazione dell'Università che esce dal voto di fiducia
Atenei virtuosi, concorsi, turn over
ecco le novità della legge Gelmini
Salvo Intravaia, la
Repubblica 8.1.2009
Il decreto-Gelmini
sull'università è legge. Il provvedimento è stato appena approvato,
con la fiducia posta dal governo lo scorso 5 gennaio, dalla Camera
dei deputati. Il testo è quello uscito dal Senato lo scorso 28
novembre. La lunga procedura del voto per appello nominale e finale
è iniziata ieri pomeriggio e, dopo la discussione degli ordini del
giorno, si è conclusa oggi.
In futuro, secondo
gli intendimenti del ministro dell'Università e della ricerca
Mariastella Gelmini, nelle università italiane si ridurranno gli
sprechi, i concorsi saranno più trasparenti, i prof perditempo
avranno vita difficile e i gli studenti meritevoli saranno
valorizzati. Ma sull'efficacia del provvedimento l'opposizione nutre
parecchi dubbi. La legge-Gelmini introduce una serie di novità.
Atenei virtuosi e no. Solo gli
atenei con i conti a posto potranno assumere nuovo personale. La
norma vuole porre "un freno alle gestioni finanziarie non adeguate".
Da oggi le università italiane che spendono più del 90 per cento del
Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) in stipendi non potranno
bandire concorsi per docenti, ricercatori o personale
amministrativo. Secondo il recente rapporto del Comitato nazionale
di valutazione del sistema universitario statale (Cnvsu) su dati del
2007 sono 26 su 58 gli atenei italiani che hanno un rapporto lordo
fra Assegni fissi e Ffo superiore al 90 per cento. E ancora: gli
atenei virtuosi riceveranno più finanziamenti. Il 7 per cento del
Ffo (circa 500 milioni di euro) e del Fondo straordinario della
Finanziaria 2008 andranno nelle casse degli atenei "con offerta
formativa, qualità della ricerca scientifica, qualità, efficacia ed
efficienza delle sedi didattiche migliori".
"Per la prima volta - dichiara il ministro Gelmini - in Italia si
distribuiscono soldi alle università in base a standard di qualità".
La lista dei "buoni" sarà compilata a breve in base ai parametri
individuati dal Civr (Comitato di indirizzo per la valutazione della
ricerca) e dal Cnvsu. Mentre i rettori, in sede di approvazione del
bilancio, dovranno pubblicare una "relazione concernente i risultati
delle attività di ricerca, di formazione e di trasferimento
tecnologico nonché i finanziamenti ottenuti da soggetti pubblici e
privati".
Trasparenza dei concorsi. Nella
composizione delle commissioni giudicatrici prevarrà il sorteggio.
Quelle che giudicheranno gli aspiranti professori universitari di
prima e seconda fascia (ordinari e associati) saranno formate da 5
componenti: 4 sorteggiati da un elenco di commissari eletti a loro
volta da una lista nazionale di ordinari del settore
scientifico-disciplinare oggetto del bando e da 1 professore
ordinario nominato dalla facoltà che ha richiesto il bando. Sistema
analogo per i ricercatori: tre professori, di cui due sorteggiati e
uno nominato dall'ateneo che bandisce la selezione.
Norme anti-fannulloni. A partire
dal 2009 verrà costituita l'Anagrafe nazionale dei professori e
ricercatori universitari che riporta per ogni soggetto l'elenco
delle pubblicazioni scientifiche prodotte. A partire dal 2011,
coloro che nel biennio precedente non avranno effettuato
pubblicazioni scientifiche saranno esclusi dall'elenco dei
professori che potranno fare parte delle commissioni giudicatrici
dei concorsi. E, inoltre, si ritroveranno gli scatti stipendiali
dimezzati.
Turn over e ricercatori. Il
blocco al 20 per cento del turn over stabilito dalla Finanziaria
2009 prevede una deroga. Gli atenei virtuosi potranno coprire fino a
metà dei posti liberatisi per effetto dei pensionamenti a patto di
destinare il 60 per cento dei nuovi ingressi ai ricercatori. I
concorsi per ricercatore già banditi al momento dell'entrata in
vigore della Finanziaria sono esclusi dal turn over così come gli
enti di ricerca. Il ministero fa sapere che le tre iniziative
permetteranno a breve di assumere 4 mila nuovi ricercatori.
Valorizzazione degli studenti meritevoli.
Secondo i calcoli del ministero, oggi, sono 140 mila gli studenti
che fruiscono di una borsa di studio e dell'esonero dalle tasse
universitarie. Ma gli aventi diritto sono almeno 180 mila. Per
questa ragione il governo ha stanziato altri 135 milioni che
dovrebbero bastare a premiare tutti "i ragazzi capaci e meritevoli".
Altro 65 milioni di euro saranno finalizzati alla realizzazione di
ulteriori 1.700 posti nelle residenze universitarie.