Istituti professionali/2. Tuttoscuola, 14 febbraio 2009 Alla proposta De Toni sono state mosse obiezioni in articoli apparsi sulla nostra rivista (Allulli, Riorganizzazione dei professionali, una riforma con molti rischi; Niceforo, Ecco la nuova secondaria superiore, entrambi nel n. 487, dicembre 2008), che mettono in discussione, da una parte, la fragilità della distinzione tra tecnici e professionali teorizzata dalla commissione, e dall'altra la grave depauperazione dell'offerta formativa, a danno della popolazione scolastica più a rischio, che deriverebbe dal venir meno del diploma triennale. Su questo punto torna anche Fiorella Farinelli, già direttore generale del MPI con Fioroni (e quindi nel periodo in cui ha lavorato la commissione De Toni), in un articolo pubblicato sull'ultimo numero di Nuova Secondaria. Con accenti che appaiono in qualche misura anche autocritici Farinelli auspica che "quello che, con la legge 40 è stato defenestrato (il diploma triennale, ndr), cominci a rientrare dalla porta, e da quella principale". L'unica soluzione ragionevole della questione sembrerebbe quella di mantenere il doppio diploma, cioè la scansione 3+2, concordando con le Regioni condizioni e modalità di riconoscimento della valenza professionale del primo diploma, quello triennale. Ma questo comporterebbe una revisione delle premesse teoriche e dell'impianto curricolare definito dalla commissione De Toni, e in qualche misura il ritorno alla più articolata offerta formativa del "Progetto ‘92". La quale, è da notare, ha assicurato a questo settore della nostra istruzione secondaria superiore una domanda sociale consistente e costante nel tempo, tra il 20 e il 22%. Sarebbe un errore non tenerne conto. |