Precari che cambiano provincia, di Alessandro Giuliani, La Tecnica della Scuola 6.2.2009 Attraverso le parole del sottosegretario Pizza, il Ministero fa sapere di voler ricorre al Consiglio di Stato e tentare così di ribaltare la sentenza del Tar del Lazio sulla libera circolazione dei supplenti. Sarà determinante il parere dei sindacati, che si sono già detti d'accordo. Con l’imminente riapertura delle graduatorie per gli aggiornamenti si preannunciano ricorsi a pioggia. Alla vigilia della riapertura delle graduatorie ad esaurimento, si fa sempre più complessa la vicenda dei docenti precari che chiedono il cambio di provincia senza penalizzazioni: per evitare di mutare il regolamento introdotto dall’ex Ministro Fioroni nel 2007, il Miur sembrerebbe infatti intenzionato a ricorre al Consiglio di Stato e tentare così di ribaltare la sentenza del Tar del Lazio che a dicembre si era espresso favorevolmente nel lasciare la normativa immutata permettendo ai docenti di potersi muovere liberamente nel territorio nazionale. L’intendimento negativo di viale Trastevere è giunto il 5 febbraio attraverso la risposta del sottosegretario Pizza ad una interpellanza parlamentare: chi cambierà provincia di collazione, nel bienno 2009-2010 si ritroverà in fondo alla graduatoria. Sulla complessa questione, il rappresentante del Governo si è infatti dichiarato impotente e ha rimandato qualsiasi decisione all’incontro del 6 febbraio con i sindacati firmatari del contratto (più la Flc-Cgil). E dall’incontro scaturirà, si sa già, la volontà comune ad opporsi al cambio di norma. I sindacati nei giorni scorsi hanno infatti già espresso tutte le loro perplessità sui cambiamenti in corsa delle regole, dopo che molti docenti precari avevano fatto delle precise (e a volte dolorose) scelte sulla base di quelle introdotte dall’ex Ministro. Ne consegue che la riapertura delle graduatorie ad esaurimento, sempre più imminente, si baserà sulle regole introdotte dall’ex Ministro Fioroni. In vista del prossimo biennio, non poche migliaia di precari (degli oltre 300mila iscritti) verranno chiamate a prendere una decisione davvero difficile. Si preannunciano non pochi ricorsi.
Amaro il commento
di Tonino Russo (Pd) , componente Commissione Cultura alla Camera e
promotore dell’interpellanza parlamentare del 5 febbraio: “questo
atteggiamento del Governo – sottolinea Russo - che intende ricorrere
al Consiglio di Stato purtroppo genererà un ulteriore contenzioso
che vedrà l’Amministrazione soccombere. Mi pare difficile, infatti,
che il Consiglio di Stato - già pronunciatosi con le ordinanze 260 e
1508 del 2008 – possa contraddirsi. I giudici di II grado hanno
infatti confutato il teorema della ‘cristalizzazione’ delle
posizioni dei candidati inseriti nelle graduatorie, confermando la
tesi degli avvocati dell’Anief pienamente condivise e sostenute
nella nostra battaglia parlamentare”. Anche l’Anief, attraverso il
suo Presidente Marcello Pacifico, parla di “brutta magra figura” da
parte del Governo. Pacifico annuncia anche che l’associazione che
tutela i precari è pronta “a chiedere decreti di ottemperanza al Tar
e a rappresentare i vecchi ricorrenti in Consiglio di Stato” e a
difendere legalmente tutti coloro che impugneranno la decisione del
Miur. L’esito dei ricorsi collettivi arriverà però quando la
“finestra” per rinnovare la posizione in graduatoria ed
intraprendere eventuali cambi di provincia sarà già chiusa. E forse
anche definita nelle posizioni. |