I presidi delle scuole superiori alle famiglie:
Corsi di recupero senza soldi Salvo Intravaia, la Repubblica 2.2.2009 ROMA - A pochi giorni dall'avvio delle attività che dovrebbero consentire agli studenti delle superiori di recuperare le insufficienze del primo quadrimestre, mancano i soldi per pagare eventuali insegnanti esterni e le risorse per quelli interni sono insufficienti. In provincia di Milano i capi d'istituto hanno chiesto lumi al dirigente dell'Ufficio scolastico provinciale (l'ex provveditorato agli studi) sentendosi rispondere che "al momento non c'è nessuna certezza". Il consiglio che arriva dal provveditorato è di svolgere i corsi interrompendo le lezioni. "Una soluzione ragionevole e già adottata in molte scuole - dice Antonio Lupacchino, il dirigente dell'Ufficio scolastico milanese - è fare i corsi al mattino, sospendendo per una settimana l'attività didattica. In questo modo i presidi non hanno da pagare ore di straordinario agli insegnanti". Ma non sempre la soluzione è praticabile perché occorre garantire almeno duecento giorni di lezione. In difficoltà un po' tutti i dirigenti scolastici della penisola, da Milano a Palermo. "La legge sui corsi di recupero è rimasta - dichiara polemicamente Roberto Tripodi, presidente dell'Associazione delle scuole autonome della Sicilia - ma quest'anno non è stata finanziata". Le scuole, dopo gli scrutini del primo quadrimestre, hanno l'obbligo di organizzare corsi di recupero per tutti i ragazzi che hanno riportato insufficienze in una o più materie ma i fondi scarseggiano. "Per evitare ricorsi da parte delle famiglie - continua Tripodi - ci sono due alternative: utilizzare i finanziamenti Idei, cioè quelli degli Interventi didattici educativi ed integrativi, che sono insufficienti, o interrompere le normali attività didattiche. Ma in questo caso cosa fanno i ragazzi che non hanno materie da recuperare?". Per oggi, annuncia Francesco Scrima, leader della Cisl scuola, nel corso del tavolo tecnico che si svolgerà al ministero". Qualche giorno fa, i segretari (i direttori dei servizi amministrativi) delle scuole piacentine hanno denunciato "la gravissima situazione finanziaria ed economica in cui versano gli istituti della provincia". In un ampio documento i segretari della provincia di Piacenza segnalano una serie di "problemi aperti urgenti", tra i quali proprio il finanziamento per il corrente anno scolastico dei corsi di recupero. "Il problema esiste e assume particolare rilevanza proprio in questi giorni" spiega Giorgio Rembado, presidente dell'Associazione nazionale presidi. I capi d'istituto, senza sapere quanto potranno spendere per pagare i docenti a 50 euro l'ora, devono trovare la soluzione a numerosi quesiti.
Quanti corsi di
recupero sarà possibile attivare? Per quali materie e per quante
ore? E ancora: con quali risorse si dovranno eventualmente pagare i
docenti esterni, se i professori della stessa scuola non intendono
svolgere i corsi di recupero pomeridiani? La norma prescrive corsi
di almeno 15 ore, ma la realtà sarà probabilmente un'altra. E
rivolgersi ai prof privati può costare alle famiglie dai 15 ai 50
euro l'ora.
I corsi di
recupero furono lanciati nel 2007 dall'ex ministro della Pubblica
istruzione, Giuseppe Fioroni. Nell'anno 2007/2008 dopo il primo
quadrimestre furono due milioni gli studenti che riportarono
insufficienze nella pagella del primo quadrimestre. Ma il totale
delle materie insufficienti, con in testa matematica e inglese,
toccò quota 8 milioni: in media quattro a testa.
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