In migliaia attendono Tuttoscuola, 3 febbraio 2009 Ci sono ancora importanti pendenze per i pensionamenti nella scuola. Migliaia di docenti, contrariamente a quanto è avvenuto fino all'anno scorso, non hanno più diritto di chiedere la permanenza in servizio dopo i 65 anni di età oppure dopo 40 anni di servizio. Per i primi, i 65.enni, il diritto di chiedere di permanere in servizio, a differenza di quanto si prevedeva in passato, è circoscritta al solo caso di rimanere in attività per raggiungere il minimo o il massimo di anzianità utile per la pensione, per effetto della legge 133/2008. Negli altri casi la decisione è ora rimessa discrezionalmente all'amministrazione scolastica. Oltre ai 65.enni che chiedono di permanere in servizio per almeno un biennio (il diritto - per effetto della legge 133/2008, art. 72, comma 7 - non c'è più e tutto è rimesso alla valutazione discrezionale dell'Amministrazione di appartenenza) ci sono anche coloro che hanno raggiunto i 40 anni di contribuzione e che, a differenza di quanto era prima previsto, hanno perso il diritto di chiedere di permanere in servizio, dovendosi rimettere alla decisione discrezionale dell'Amministrazione (legge 133/2008, art. 72, comma 11). La circolare del ministro Brunetta (n. 10 del 20.10.2008) lascia poche speranze e, fatta salva la dirigenza, ricorda che ora la decisione è rimessa ad ogni Amministrazione. Il Miur dovrebbe decidere in merito tra pochi giorni, come preannunciato. Non si sa quale orientamento assumerà il ministero, ma è facile immaginare che, data la particolare congiuntura delle forti riduzioni di organico per raggiungere le economie finanziarie previste dall'articolo 64 della legge 133/2008, l'Amministrazione scolastica sarà probabilmente orientata a non accogliere domande di permanenza in servizio.
Allo stesso modo anche le
Organizzazioni sindacali, preoccupate, della scarsissima
disponibilità di posti per eventuali immissioni in ruolo, non
potranno che essere d'accordo nel facilitare esodi e dimissioni dal
servizio. |