Trentamila richieste di pensione in elementari e medie,
il 30% in più del 2008
Scuola, la grande fuga dei prof Salvo Intravaia, la Repubblica 19.2.2009 Trentamila pensionamenti e ventimila immissioni in ruolo. Ecco i numeri che tengono banco in questi giorni nella scuola. Una fuga soprattutto dalla scuola elementare e media, dove la manovra del governo sta cercando di rastrellare il maggior numero di posti. Il secondo dato - quello delle immissioni in ruolo - dà un po' di speranza alle migliaia di precari della scuola che, alla luce della riforma Gelmini, non sanno "di che morte moriranno". Ma purtoppo gran parte dei posti attualmente occupati dai precari si volatilizzeranno. La partita degli organici 2009/2010 è ancora aperta e tutta da giocare. La scorsa settimana i sindacati della scuola hanno incontrato il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, per dire la loro su tagli e organici del personale. Intanto, il conteggio di coloro che hanno presentato domanda per lasciare la cattedra dal prossimo primo settembre è virtualmente completo. Sono quasi ventinovemila (tra docenti e Ata) le istanze presentate presso gli Uffici scolastici provinciali (gli ex provveditorati agli studi) della Penisola. L'anno scorso furono in totale poco più di 23 mila. Ma è alla scuola primaria e nella secondaria di primo grado che l'incremento di cessazioni dal servizio è più consistente. All'elementare i pensionamenti crescono del 33 per cento e alla scuola media di qualche punto in meno: il 30 per cento. Alla materna (ora scuola dell'infanzia) e al superiore gli incrementi rispetto al 2008 sono decisamente più contenuti (18 e 16 per cento, nell'ordine) e tra il personale Ata (amministrativo, tecnico e ausiliario) si registra un dato sostanzialmente stabile (più uno per cento). Secondo le prime analisi formulate dai sindacati sono tre i fattori che hanno determinato il boom di pensionamenti: lo spauracchio che venisse elevata l'età pensionabile per le donne, i tagli al personale della scuola elementare e materna e il pensionamento forzoso per coloro che hanno già maturato 40 anni di servizio e 65 di età. Infatti, il maestro unico di riferimento nella scuola primaria e la riorganizzazione del tempo scuola alla media consentirà un taglio che secondo le intenzioni del governo dovrebbe attestarsi attorno alle 42 mila unità. Circostanza che costringerà a settembre migliaia di insegnanti di ruolo a cercarsi una nuova sistemazione. "Meglio lasciar perdere", hanno pensato in parecchi. Ma non solo: le esternazioni del ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, sull'età pensionabile delle donne ne hanno indotte parecchie a svicolare "prima che fosse troppo tardi". Manon tutte i mali vengono per nuocere. La fuoriuscita dai ruoli del personale docente apre uno spiraglio per le migliaia di precari in attesa nelle graduatorie provinciali. Durante un incontro con i tecnici ministeriali sono stati ipotizzate 20 mila immissioni in ruolo a partire dal prossimo primo settembre: 7 mila su posti di sostegno, altri 7 mila per la scuola superiore e 6 mila per il personale Ata. I precari della scuola elementare e media, per quest'anno, dovrebbero restare a bocca asciutta, mentre è possibile che si riesca a racimolare qualche centinaio di posti per le maestre di scuola dell'infanzia. |