Cresce in tutta Europa
l'interesse per la scuola dell'infanzia

di S.P. La Tecnica della Scuola 25.2.2009

In Italia la scuola dell'infanzia è frequentata anche da molti bambini figli di mamme casalinghe: è il segno dell'interesse per un servizio che di assistenziale non ha più nulla.

La percentuale di famiglie europee che si rivolge a servizi educativi destinati alla prima infanzia è in aumento: l’inserimento in programmi prescolari di bambini di 3 anni è aumentato del 10% negli ultimi 10 anni e attualmente circa l’87% dei bambini europei inizia a frequentare istituzioni educative all’età di 4 anni.

Questi dati fanno parte di una più ampia indagine sull’educazione prescolare e sulle disparità socio-culturali che la condizionano (“Early childhood education and care in Europe: tackling social and cultural inequalities”), condotta dalla rete Eurydice in 30 Paesi membri.

Lo studio, partendo dall’analisi della letteratura disponibile sull’impatto delle cure e delle attività educative nella prima infanzia, presenta dati e statistiche sulle caratteristiche socio-demografiche delle famiglie europee e sulle percentuali di partecipazione ai servizi educativi in età prescolare. Inoltre, il rapporto esamina in chiave comparativa le politiche nazionali nei servizi alla prima infanzia. Ne emerge che tutti i Paesi europei offrono programmi educativi prima della scuola dell’obbligo, ma che esistono differenze significative tra Paesi, e anche tra regioni, in termini di percentuali di partecipazione, età di inserimento e tipologia di servizi offerti.

Tra i dati che riguardano il nostro Paese, particolarmente interessante è la correlazione tra la percentuale di partecipazione all’educazione prescolare di bambini di 3 anni e la percentuale di lavoratrici tra le madri di bambini di questa fascia d’età, in quanto la prima supera la seconda di più del 40%, a sottolineare l’importanza crescente delle finalità educative delle strutture per l’infanzia. Molto preoccupanti, invece, sono i numeri che riguardano le famiglie italiane che vivono al di sotto della soglia di povertà: questa condizione riguarderebbe il 21,1 % dei  nuclei familiari con almeno un bambino di età inferiore a 6 anni.