A Bologna, protesta contro il voto numerico: Tuttoscuola, 12 febbraio 2009 A Bologna, presso la scuola elementare Longhena, gli insegnanti hanno preso un'iniziativa eclatante di protesta contro il ritorno dei voti numerici voluto dal ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini: l'assegnazione di un bel 10 in pagella per tutti gli alunni in tutte le materie. Il voto è stato giustificato da un giudizio scritto: "l'alunno possiede conoscenze e competenze esaurienti in relazione alle proprie capacità. Obiettivi raggiunti in modo personale". Il dieci d'ufficio della scuola bolognese non è stato però solo un modo di protestare contro l'innovazione introdotta dal ministro, ma anche contro il dirigente scolastico che dieci giorni prima aveva emanato un ordine di servizio nel quale sollecitava i docenti ad esprimersi con i voti, applicando la legge, ma contrapponendosi a una delibera (giudicata illegittima dal capo d'istiituto) del collegio dei docenti, votata all'unanimità, in cui si stabiliva invece che gli studenti sarebbero stati valutati ancora con i vecchi giudizi. Dal canto loro, gli insegnanti hanno sottolineato che, non essendo ancora trascorsi i 40 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge, questa non può ancora considerarsi operativa, e lamentano che non sono state date ancora istruzioni sul valore da attribuire ai voti: "Dobbiamo ancora decidere cosa significa dare un sei o un sette". La protesta ha suscitato reazioni violente nel mondo politico, e più pacate in quello dell'amministrazione scolastica. Il deputato del Pdl, Fabio Garagnani, ha diffuso una nota con il proprio commento, invocando "un'azione disciplinare dell'Ufficio scolastico provinciale, nei confronti di quei docenti che, pur essendo dipendenti dello Stato e quindi con dovere di lealtà ed ubbidienza nei confronti delle leggi emanate e votate dal Parlamento, esprimono il pur legittimo diritto di critica violando però le norme", e ricordando che "non esistono zone franche sul territorio nazionale, né tantomeno a Bologna, ed è bene che i solerti contestatori si mettano il cuore in pace e collaborino con le istituzioni per l'attuazione della legge che si propone di innovare grandemente la scuola allineandola al resto dell'Europa". Di tenore opposto il commento di Paolo Rebaudengo, assessore alla Scuola della Provincia di Bologna, per il quale il 10 politico in pagella è un modo per "portare allo scoperto un problema".
Per il dirigente
scolastico della scuola Longhena, gli insegnanti hanno semplicemente
voluto "alzare un polverone", mentre il direttore dell'Ufficio
scolastico regionale (Usr) per l'Emilia-Romagna, Luigi Catalano, si
è detto non ancora stato informato dell'accaduto. "Non so nulla,
appena verrò informato prenderemo le misure del caso, ma per ora non
sono in condizione di fare un commento, non conosco le dinamiche ne'
le motivazioni, a parte quelle politiche". |