SCUOLA

I sindacati tornano a chiedere
rinvio riforma superiori

Dopo stop giudizio Consiglio Stato: non esistono le condizioni

  ApCOM, 14.12.2009

Roma, 14 dic. (Apcom) - La sospensione del giudizio sulla riforma della scuola superiore da parte del Consiglio di Stato, che ha chiesto al ministero dell'istruzione di fornire "i chiarimenti richiesti" perché "non è chiaro se il testo predisposto si mantenga nei limiti della delega", ha indotto oggi i sindacati della scuola a chiedere con forza il rinvio di attuazione della stessa riforma.

Secondo Domenico Pantaleo, segretario della Flc-Cgil, il parere dei giudici di Palazzo Spada rappresenta "la conferma che le nostre osservazioni fortemente critiche erano più che fondate: ribadiamo ora con maggior forza - ha detto il leader dei lavoratori della conoscenza - che è il caso di fermarsi, rinviando di un anno l'entrata in vigore dei regolamenti".

I lavoratori della conoscenza fanno notare che le perplessità del Consiglio di Stato si aggiungono alle critiche del Cnpi e della Conferenza delle Regioni, che aveva subordinato l'entrata in vigore della riforma ad correzioni non indifferenti.

È evidente che è giunto il momento "di ascoltare - sottolinea Pantaleo, che annuncia anche di continuare la mobilitazione anche dopo lo sciopero di venerdì scorso - le ragioni di quanti non hanno condiviso merito e metodo del riordino della scuola secondaria superiore; è necessario rimuovere i tagli e, solo a questa condizione, riprendere le fila per una vera riforma che necessita non di tagli ma di investimenti, di tempo per l'ascolto ed il confronto vero".

Anche Rino Di Meglio, coordinatore della Gilda degli Insegnanti, accoglie con soddisfazione il parere negativo espresso dalla magistratura amministrativa: "lo stop imposto dal Consiglio di Stato sui regolamenti - dice il leader del sindacato autonomo - dà ragione a ciò che ribadiamo da mesi: la riforma delle scuole superiori deve essere rinviata di un anno".

"Le osservazioni formulate dal Consiglio di Stato - continua Di Meglio - rilevano, in sostanza, che non esistono le condizioni adatte per procederecon l'applicazione della riforma voluta dal governo. In particolare, viene contestato un eccesso di deleghe per un provvedimento che, considerata la portata e la delicatezza della materia, dovrebbe essere regolato da una legge e non da un decreto ministeriale".

La soluzione per Gilda è inevitabile: i nuovi licei, tecnici e professionali dovranno entrare in vigore non prima del 2011. "A questo punto - conclude il coordinatore nazionale - è evidente che il ministero dell'Istruzione dovrà rallentare questa deleteria corsa verso la riforma e rispondere ai chiarimenti chiesti dal Consiglio di Stato".