Web: gli insegnanti 2.0 vogliono
più tecnologia in classe

IGN-ADNkronos, 30.12.2009

Roma, 30 dic. - (Ign) - Insegnanti italiani sempre più 2.0, che usano regolarmente internet nella vita privata e vogliono più tecnologia nelle classi per aumentare l'interesse per le lezioni degli studenti e per migliorare l'insegnamento. Questi alcuni dei risultati dell'indagine, condotta da SMART Technologies, su un campione di circa un centinaio di insegnanti di scuole primarie e secondarie di tutta Italia. SMART Technologies è l’azienda canadese che ha inventato le lavagne interattive ed è da sempre specializzata nelle soluzioni di questo mercato. Le LIM SMART Board sono usate per l’insegnamento da oltre 30 milioni di studenti di 175 Paesi, Italia compresa, dove la quota di mercato di SMART è attualmente pari al 54% (dati della società indipendente FutureSource Consulting relativi al terzo trimestre 2009).

Alla domanda se la tecnologia sia un elemento indispensabile nella scuola di oggi, la quasi totalità degli insegnanti ha risposto affermativamente (101 su 103) con l’84% degli intervistati concorde nell’auspicare una maggiore presenza delle nuove tecnologie all'interno delle scuole. Il 73% degli insegnanti ritiene inoltre che vi sia ancora un divario tra l’utilizzo delle tecnologie nella vita privata e nella scuola, tanto per gli studenti quanto per gli insegnanti. La netta maggioranza degli intervistati (senza differenze rilevanti tra primarie e secondarie) giudica la tecnologia in generale molto importante innanzitutto per migliorare la comprensione degli studenti, seguita dal miglioramento dei risultati e dalla facilitazione dell’interazione insegnante-studente.

In modo abbastanza sorprendente, oltre il 50% del campione ritiene che la tecnologia aiuti anche a migliorare l’immagine dell’istituto verso l’esterno, nei confronti dei genitori e in raffronto ad altre scuole. Una percentuale di risposte superiore al 50% ha infine indicato la tecnologia come molto importante a supporto della preparazione delle lezioni. Agli insegnanti è stata poi fatta una domanda specifica sulla percezione dell’importanza delle lavagne interattive relativamente all’apprendimento. E qui compaiono alcune differenze tra la scuola primaria e la secondaria. Nella primaria, per tre categorie (Aumentano la partecipazione attiva e l’attenzione, Aumentano la motivazione ad apprendere, Supportano diversi stili di apprendimento e i bisogni specifici di ogni alunno) su quattro (Aiutano nelle interrogazioni), la maggioranza degli insegnanti ha giudicato l'impiego delle lavagne interattive "molto importante".

Per le scuole secondarie, la risposta più ricorrente è stata "molto importante" per tutte e quattro le categorie. Praticamente trascurabili invece le differenze tra scuole primarie e secondarie quando si passa a indagare quali siano i benefici diretti della LIM per gli insegnanti. In generale tre categorie (Aiutano gli insegnanti a esporre le lezioni, Permettono di aggiungere elementi interattivi alle lezioni, Mantengono alta la partecipazione e l’attenzione della classe) su cinque sono state giudicate "molto importanti" o "fondamentali" dal 96% degli insegnanti. Percentuale che scende al 72% e 79% per le altre due categorie (Aiutano gli insegnati a preparare le lezioni e Permettono di salvare gli appunti per utilizzarli in seguito). La netta maggioranza degli insegnanti dunque ha riscontrato importanti benefici nello svolgimento del proprio lavoro dall’impiego delle lavagne interattive.

L'immagine della maestrina dalla penna rossa è ormai definitivamente scomparsa, sostituita da docenti al passo con i tempi, che hanno estrema dimestichezza con la tecnologia: la usano regolarmente nella vita di tutti i giorni e sono pronti a trasferirla anche all'interno della classe. Tutti gli insegnanti intervistati usano internet e il PC e quasi tutti email e cellulare (con l'eccezione di un 4%) nella vita privata.

Situazione che cambia però in modo netto quando si parla di tecnologie in ambito scolastico: tutti gli intervistati affermano di usare il PC in classe, ma solo il 35% del campione dichiara di usarlo "sempre" (contro l’83% in ambito privato), mentre poco più della metà degli insegnanti usa "sempre" o "spesso" la lavagna interattiva. Il mancato utilizzo delle tecnologie a scuola non sembra essere dovuto all’assenza degli strumenti, che sono però presenti in numero insufficiente. Tutte le scuole coinvolte nell’indagine infatti dispongono di PC, collegamento a Internet (solo una scuola primaria ne è sprovvista), videoproiettore e lavagna interattiva. Ma per quanto riguarda, ad esempio, la dotazione di lavagne interattive, nella maggior parte delle scuole (79%) ne è presente una sola. Nel 21% ne sono presenti da una a cinque, in nessuna più cinque.

Alla richiesta di indicare le priorità relativamente ai futuri investimenti tecnologici, la maggioranza ha indicato il computer sia nella scuola primaria sia nella secondaria (53% e 67% rispettivamente). Tra le altre tecnologie prese in considerazione, la più desiderata dagli insegnati risulta essere la lavagna interattiva (più nella scuola primaria, 33%, che nella secondaria, 29%), seguita dal videoproiettore (27% nella primaria e 19% nella secondaria) e dal collegamento a Internet (3% nella primaria e 11% nella secondaria). Poiché tutte le scuole hanno già disponibilità di personal computer, accesso a Internet, videoproiettore e lavagna interattiva, questi dati vanno interpretati nel senso di rinnovo o crescita numerica delle attrezzature e di accessi a Internet più veloci.

Un’altra serie di domande era volta a indagare quale ruolo possano avere le tecnologie ai fini della frequenza scolastica. Al 73% degli insegnanti che ritiene vi sia un forte divario tra l’utilizzo delle tecnologie nella vita privata e nella scuola, tanto per gli studenti quanto per gli insegnanti, è stato chiesto se tale divario potesse essere un motivo di disaffezione degli studenti nei confronti della scuola. Quasi la metà (49%) ha risposto in modo affermativo. A costoro è stato quindi chiesto se una diffusione e un impiego capillare delle tecnologie nella scuola potrebbe contribuire a ridurre le assenze, raccogliendo l’89% di risposte affermative.