Rapporto Censis 2009/1. da TuttoscuolaNews N. 419, 7 dicembre 2009 L’immagine inventata quest’anno da Giuseppe De Rita per rappresentare la situazione della realtà sociale italiana nel 2009 è quella dei “replicanti”. Non nel significato, reso famoso dal film Blade runner, di esseri alieni che prendono le sembianze degli umani, ma in quello di soggetti (in sostanza il popolo italiano) che replicano se stessi, le proprie abitudini e attitudini, le virtù e i vizi, nel bene e nel male. Più nel bene che nel male, è sembrato voler dire De Rita, almeno in questo catastrofico 2009, perché sono proprio quelli che erano sembrati i limiti, i difetti strutturali del nostro modello sociale (il familismo, il nanismo delle imprese, il conservatorismo delle banche, il sommerso ecc.) che hanno preservato il nostro Paese dalle conseguenze più dure della crisi economico-finanziaria che ha colpito altre nazioni come gli USA, la Gran Bretagna, la Spagna. Società rivelatesi più dinamiche nella crescita, ma anche più esposte a cadute improvvise e difficilmente governabili senza ricorrere a misure straordinarie, da “lacrime e sangue”. Tutto bene allora? No, dice De Rita, a meno che ci si voglia rassegnare all’idea di essere una società che si accontenta di vivacchiare ai margini della modernità, capace di sopravvivere ma incapace di progettare, di guardare al futuro sul piano strategico. Scuola, università e ricerca sono tipici settori nei quali si esprime la volontà e la capacità di una società di guardare al futuro, di pensare alle relative spese in termini non di costi ma di investimenti. Si può dire che questo stia avvenendo in Italia? |