Alle elementari la “bestia nera” resta la matematica. Meglio con l’italiano
Scuola, al Nord bambini più bravi, Alessandra Migliozzi, Il Messaggero 14.12.2009 ROMA - Zoppicano in matematica, soprattutto quando si tratta di fare i conti e di usare le tabelline, fanno fatica a comprendere un testo e, in molti casi, non sanno ricostruire una frase che gli viene fornita in disordine. Ecco come si comportano, tra i banchi, gli alunni di seconda e quinta della scuola primaria. A scattare la fotografia delle loro competenze, su ‘mandato’ del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, è stato l’Invalsi (l’Istituto nazionale di valutazione del sistema di istruzione) che, somministrando prove identiche a tutti i bambini coinvolti dai test, ha ricostruito le difficoltà e le capacità dei più piccoli nell’area linguistica e in matematica. Il risultato? L’Italia è un paese a due velocità dove i bimbi del Nord ‘battono’ mediamente quelli del Sud in ambedue le aree di studio e dove, fin dai primi momenti passati tra i banchi, gli studenti inciampano sui numeri. La matematica, dunque, non è una bestia nera solo per i liceali, come denunciano periodicamente i rapporti internazionali, ma lo è anche per i più piccoli, che fin dai primi approcci con sottrazioni e divisioni mostrano difficoltà. Con l’italiano va meglio, ma neanche troppo: il 40% degli alunni, in media, ha poca dimestichezza con la comprensione del testo. Le lacune nella preparazione cominciano fin dalle elementari e si trascinano negli anni. Tanto che, poi, come hanno rivelato di recente anche un’indagine della Commissione europea e l’annuale rapporto del Censis, i quindicenni italiani si ritrovano con grosse difficoltà nel capire cosa leggono e con scarse competenze matematiche e scientifiche. L’Invalsi ha sottoposto ai suoi test oltre 350mila alunni, analizzando poi i dati di un campione scelto di 46mila bimbi, stranieri compresi. Questi ultimi, rispetto ai compagni italiani, mostrano maggiori problemi in tutte le tipologie di domande e hanno bisogno di più sostegno e recupero. Ma vediamo i dati: in seconda i più piccoli hanno risposto correttamente al 65% dei quesiti di italiano. Nessun esercito di ‘somarelli’, dunque. Tuttavia, entrando nel dettaglio, si scoprono gli intoppi che hanno impedito il raggiungimento di risultati migliori. Sul banco degli imputati c’è la comprensione del testo: le risposte giuste si fermano al 61,7%. Anche con la ricostruzione di frasi in disordine i più piccoli non vanno fortissimo (63% di quiz corretti). In matematica, poi, il ‘crollo’: le risposte giuste sono state solo il 54,9%. A mettere in crisi i bimbi sono soprattutto addizioni, sottrazioni e tabelline: le risposte corrette nei quesiti di questo tipo sono state il 49,3%. Un dato su cui riflettere. Fin qui la media nazionale. Il dettaglio regionale, infatti, rivela un altro particolare: al Sud anche l’italiano è una materia bestia nera. Gli alunni del Mezzogiorno restano indietro di oltre sei punti percentuali, rispetto ai coetanei del Nord, nel totale delle risposte. Se la cavano peggio in tutte le tipologie di domanda, dalla comprensione del testo all’uso del vocabolario. Stessa musica in matematica, anche se il rapporto svela che il Sud, in questa disciplina, coltiva più eccellenze del Nord: nel meridione il 10,6% degli alunni si colloca nella fascia degli studenti migliori, contro il 7,5% del settentrione. Lo stacco è di oltre 3 punti. Un altro dato che salta all’occhio è quello che riguarda gli stranieri che conseguono “risultati molto inferiori rispetto a quelli ottenuti dai loro compagni” spiega l’Invalsi. Il distacco in seconda è di 5,6 punti in matematica e circa 10 in italiano. È la lingua, dunque, l’ostacolo maggiore. Passando alle quinte, scende la quota di risposte giuste in italiano: 62,3%. Il problema è sempre la comprensione del testo, dove la percentuale di quiz corretti è mediamente più bassa. Rispetto alla seconda, crescono, invece, anche se non c’è un enorme balzo in avanti, le competenze in matematica (57,1% di risposte corrette) che, comunque, è sempre meno amata dell’italiano. Anche tra i più grandi si conferma e si aggrava il divario tra Nord e Sud. Con il passaggio alle classi successive, spiega l’Invalsi, “sembra profilarsi un progressivo distacco degli apprendimenti dei ragazzi frequentanti le scuole del Centro da quelli del Nord e si conferma il più basso livello degli apprendimenti dei ragazzi frequentanti le scuole del Sud”. Migliora, invece, in quinta, la preparazione degli alunni stranieri, che tendono a riallinearsi con i loro compagni italiani. |