Riforma della secondaria/2.
Ragioni contingenti per rinviare

da TuttoscuolaNews N. 421, 21 dicembre 2009

Nessuno nega, a parte qualche ultraconservatore, la necessità di avviare a riforma la scuola secondaria superiore. Ci si prova da decenni.

I dati internazionali da anni mostrano in tutta la loro cruda realtà che questa scuola, nonostante l’impegno di molti docenti e dirigenti scolastici, ha bisogno di cambiare radicalmente.

Gli ultimi tentativi messi in atto da un anno o poco più sembrano, dunque, prossimi a tagliare un traguardo storico. A volte, però, il meglio è nemico del buono, e la ricerca di perfezione nega il possibile.

Così nelle ultime settimane si sono moltiplicate le posizioni a favore di un rinvio, forti di ragioni contingenti che, obiettivamente, evidenziano più di una criticità.

Dal mondo sindacale ci sono richieste di rinvio soprattutto per il timore di ripercussioni sugli organici, sulla mobilità del personale e sulla regolarità dell’avvio dell’anno scolastico. Indirettamente il mancato parere del Cnpi sulle nuove classi di concorso va proprio in questa direzione (in subordine si chiede di rinviare l’applicazione delle nuove classi di concorso).

Dal fronte politico (non solo dell’opposizione) il rinvio tiene conto dei tempi di preparazione e di informazione che, a causa dei ritardi di procedura, si stanno facendo più stretti.

Dal mondo scolastico c’è preoccupazione per i tempi ristretti di predisposizione della nuova organizzazione, di approntamento dei quadri orari e, soprattutto, dei piani di studio.

Insomma, le ragioni del rinvio, poggiano tutte sui tempi. Sono ragioni sufficienti?