Presidi siciliani:
c'era una volta, nel 2004...

da Tuttoscuola, 3 dicembre 2009

Molti lettori ci stanno scrivendo in questi giorni per chiederci chi, nella vicenda dei dirigenti scolastici siciliani, abbia ragione, oppure per prendere le parti o dei capi di istituto o delle sentenze emesse dalla magistratura amministrativa.

In ballo ci sono così tante esigenze, interessi, e situazioni giuridiche da tutelare, che probabilmente una ragione univoca non si potrà più trovarla, anche perché:

- occorre difendere i diritti acquisiti da parte di chi è già entrato in servizio;

- occorre pensare al pericolo, per 426 scuole, di trovarsi senza più capi di istituto;

- occorre pensare all'eventualità di nominare 426 reggenti in sostituzione dei 426 dirigenti scolastici perdenti posto;

- occorre pensare all'eventualità di ritrovare 426 cattedre per i perdenti posto, cattedre che nel frattempo sono state assegnate a nuovi insegnanti;

- occorre tutelare il principio dell'intangibilità del giudicato da parte della magistratura, che, in ultima sede, ha annullato il concorso del 2004.

Questi sono gli interessi in gioco.

Però possiamo offrire, come contributo giornalistico aggiuntivo, una ricostruzione dei fatti dal 2004, con l'ausilio del lavoro svolto dall'Ufficio Studi della Camera dei Deputati sulla vicenda.

Il 22 novembre di quell'anno, con decreto del direttore generale del personale della scuola, viene bandito il primo corso concorso ordinario da effettuare a livello regionale per il reclutamento di dirigenti scolastici.

Dato che si candidano in molti, la commissione esaminatrice è suddivisa in due sottocommissioni, composta ciascuna da due membri, presiedute da un unico presidente.

Alcuni candidati, i cui elaborati non sono stati valutati positivamente, ricorrono al TAR Sicilia lamentando la violazione del principio in base al quale la Commissione esaminatrice rappresenta un "collegio perfetto": ciò, perché, avendo le due sottocommissioni lavorato contemporaneamente, la presenza del Presidente non era stata costante (dato che transitava da una Commissione all'altra).

Il TAR Sicilia dispone anche la rinnovazione della valutazione delle prove scritte dei ricorrenti, da parte di una diversa sottocommissione. I ricorrenti non sono ammessi neanche questa volta alle prove orali, e propongono un nuovo ricorso per motivi aggiunti, chiedendo l'annullamento dell'intero concorso. Il TAR siciliano dichiara inammissibile la richiesta, e i ricorrenti si rivolgono al grado successivo, il Consiglio di giustizia amministrativa della regione Sicilia. Quest'ultimo capovolge la precedente inammissibilità, ritenendo fondato il motivo del ricorso principale, riproposto anche come motivo aggiunto, circa l'imperfetta composizione delle sottocommissioni, e impone alla direzione regionale per la Sicilia la nomina di una ulteriore nuova sottocommissione per rivalutare le prove scritte dei ricorrenti.

Finché non si arriva al 10 novembre scorso, circa tre settimane fa, quando, il Consiglio di giustizia amministrativa, con nuovo pronunciamento, dichiara nulla l'intera procedura concorsuale del 2004, in quanto che la nomina di un unico Presidente per due sottocommissioni inficiava l'intero atto organizzativo del concorso, non solo per i ricorrenti, ma per tutti i partecipanti (erga omnes).

Il Consiglio di giustizia amministrativa fa obbligo quindi all'Amministrazione di organizzare una nuova procedura concorsuale, imponendo una decisione entro 60 giorni, a pena del commissariamento dell'ente, nel caso di inottemperanza.

Il resto è cosa nota: all'interno della legge di conversione del decreto legge salva-precari, si introduce, in maniera bipartisan, una sanatoria per i presidi, che cancella l'ultimo pronunciamento del Consiglio di giustizia amministrativa siciliano (che invece annullava il concorso). Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano accetta di promulgare la legge con la promessa da parte del governo, che sia rispettata la sentenza della magistratura, e l'esecutivo si adegua presentando, a distanza di due giorni dall'approvazione della precedente legge, un decreto legge che cancella la sanatoria per i dirigenti scolastici siciliani.

Ieri, anche per le pressioni dei 426 dirigenti scolastici siciliani e delle organizzazioni sindacali che li sostengono, si escogita la strada di una norma transitoria: la proroga delle funzioni e delle sedi per i dirigenti che hanno preso servizio - lasciando l'insegnamento - dal 1° settembre 2004.

E questo è quanto. Ai lettori dividere le ragioni dai torti, in questa brutta storia. L'unico suggerimento che ci sentiamo di dare è quello di separare, tra i 426 dirigenti/non-dirigenti scolastici, le posizioni di chi le prove scritte e le prove orali e il corso li ha effettivamente superati dagli altri, che hanno vinto i ricorsi.