La famiglia di Vito
"Non vogliamo soldi"

A poche settimane dall'inizio del processo i familiari del ragazzo morto nel crollo della scuola di Rivoli annunciano l'intenzione di rinunciare a qualsiasi indennizzo. Scuole sicure: la sorella e il compagno di Vito nella commissione nazionale

 la Repubblica di Torino, 19.12.2009

«I soldi non ci ridaranno indietro nostro figlio». La disperazione per la perdita di Vito, ucciso dal crollo del controsoffitto al liceo Darwin, non abbandona mai le loro vite, il dolore è costante e non c'è giorno in cui non si rechino sulla tomba del figlio per onorarne il ricordo: alla famiglia Scafidi non interessa il denaro che potrebbe ricevere come offerta risarcitoria nei processi che stanno per iniziare, vogliono solo giustizia e più sicurezza nelle scuole. Lo hanno ribadito anche ieri mattina, in un incontro avuto con il procuratore Raffaele Guariniello in procura, nel quale ripongono la massima fiducia per portare avanti la loro battaglia: il 25 gennaio comincerà l'udienza preliminare, in cui quattro funzionari della Provincia e tre insegnanti che erano stati responsabili del servizio di prevenzione della scuola, sono accusati di omicidio colposo e di lesioni colpose per il crollo in cui perse la vita Vito Scafidi, e in cui rimase paralizzato lo studente Andrea Macrì.

«La famiglia Scafidi non mi ha mai chiesto indicazioni su eventuali somme risarcitorie - ha spiegato l'avvocato Renato Ambrosio che li assiste insieme a Luigi Giuliano - loro vogliono soltanto che siano salvaguardati i loro diritti violati». Proprio in questi giorni i genitori di Vito stanno valutando come costituirsi nel processo penale, e con ogni probabilità sceglieranno di essere parti offese e non parte civile, in una logica di totale fiducia nello Stato, come sottolinea ancora il loro legale: «I miei clienti hanno portato avanti una battaglia che ha modificato l'attenzione dello Stato sulla sicurezza nelle scuole italiane, e poiché hanno fiducia nella giustizia ritengono che la tutela dei loro diritti debba essere portata avanti dai magistrati». Intanto la famiglia è stata invitata nei giorni scorsi a Roma dal ministro dell'istruzione Maria Stella Gelmini che ha deciso di inserire la sorella di Vito, Paola Scafidi, e lo studente Andrea Macrì all'interno di una commissione, il Nucleo di coordinamento delle azioni di edilizia scolastica, che si occuperà di interventi di ricognizione e monitoraggio dello stato e delle strutture degli edifici scolastici e dei conseguenti interventi di messa in sicurezza: «E' un gesto che significa molto - ha spiegato ancora l'avvocato Ambrosio - perchè testimonia la volontà di renderli partecipi e controllori, come «monito e stimolo» dell'impegno a ottenere più sicurezza e a far si che non ci siano più vittime nelle scuole». Ai due ragazzi sono state anche offerte borse di studio annuali. «Ben vengano queste squadre nelle scuole - ha commentato il pm Guariniello - purché i controlli siano sempre seri».