i tagli alla scuola

Tempo pieno negato a 26 sezioni
e ora nascono le «pluriclassi»

E' l'effetto dei tagli: la provincia rinuncerà a 102 maestri.
Nelle periferie aule con alunni di terza e quarta insieme

di M. Paola Scaramuzza Il Corriere del Veneto, 9.4.2009

VENEZIA — Ventisei «classi fantasma». Sono quelle che non avranno il tempo pieno. Ventisei classi che, in provincia, hanno richiesto un tempo scuola di 40 ore e che non compaiono nemmeno nel conteggio fornito dall'Ufficio scolastico regionale al Ministero. Questo l'amaro verdetto, emerso per la provincia di Venezia, dai dati forniti ieri ai sindacati dall'Ufficio scolastico regionale. Venezia perderà 102 maestri e sarà sacrificata alle altre province venete che storicamente detengono meno classi a tempo pieno rispetto a quella veneziana. Il risultato è che non potranno essere esaudite quest'anno le richieste di dirigenti scolastici e genitori. Chi aveva il tempo pieno lo avrà, chi lo ha chiesto ex novo no.

«Le ripercussioni si conosceranno nei dettagli solo nei prossimi giorni», afferma il direttore dell'Ufficio scolastico provinciale Domenico Martino, «quest'anno ci sono state 26 richieste in più di tempo pieno, ma se la volontà regionale è quella di riequilibrare la situazione tra province, difficilmente potremo accordare a Venezia classi nuove ­ continua - a Venezia abbiamo già una percentuale abbastanza alta di tempo pieno. Per gestire i tagli stiamo agendo controllando il numero degli alunni per classe e pensando alla formazione, in alcuni casi, di pluriclassi».

Questa è infatti un'ulte­riore misura che sarà messa in campo nel territorio veneziano: per accorpare gli studenti dove sono troppo pochi e guadagnare così qualche insegnante in più, l'Ufficio provinciale ricorrerà, nelle scuole con pochi iscritti, alle cosiddette «pluriclassi », cioè a classi che comprendono ad esempio bambini di terza e quinta elementare insieme, per far fronte alla scarsità di iscrizioni, di personale e di ri­sorse. Una situazione già presente ad esempio a Sant'Erasmo, che in due classi raggruppa 18 alunni di tutti e cinque gli anni delle ele­mentari, e l'anno prossimo potrà riproporsi in altre zone di periferia. «E' una situazione paradossale », attacca il segretario provinciale del sindacato autonomo Gilda, Fabio Barina, «il tavolo ha contrattato di garantire tutte le iscrizioni delle future prime elementari, ma Venezia e Belluno, coordinate dallo stesso provveditore, risultano le uniche due province in cui non c'è stata nessuna richiesta in più di tempo pieno nelle classi prime. Questo a fronte, a Venezia, di 332 alunni in più e 128 pensionamenti solo tra i docenti delle elementari ».

In ogni caso, non stanno meglio le altre province ve­nete. Saranno 160 i posti ta­gliati alle elementari di Vicenza, 143 in meno a Verona, 139 a Padova, con 150 posti in meno dovranno fa­re i conti le elementari di Treviso. Un taglio di 45 e 40 docenti si avrà invece nelle province di Belluno e Rovigo. Una previsione dramma­ticamente confermata, affermano i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil scuola: «Sapevamo che il taglio doveva essere di 2227 posti, e così sarà - afferma Salvatore Mazza segretario del comparto scuola della Cgil - e anche la cifra dei 799 posti in meno alle scuole primarie è confermato: per il Ve­neto non c'è stato alcun trattamento di favore rispetto alle altre regioni». Una piccola rivoluzione per la scuola, conferma anche Leopoldino Lago segretario regionale dello Snals scuola: «Le classi con un orario dal­le 31 alle 34 ore rischiano di scomparire quasi tutte. O le scuole ce la faranno con risorse proprie, o non sarà possibile garantire il tempo scuola».