L’assemblea

Allarme sulla scuola:
«Quasi trecento classi a rischio»

Tante sono quelle che non raggiungono i 15 alunni.
Il provveditore: «Ma faremo i salti mortali»

S. Ma. da Il Corriere del Veneto, 18.4.2009

PAESE — La dirigente dell’ufficio scolastico provinciale Maria Giuliana Bigardi ha rassi­curato i genitori dei bambini che frequentano o frequenteranno le scuole elementari della Marca: nonostante le difficoltà, gli impedimenti e le numerose classi sottodimensionate, sta facendo quadrare i conti in modo da accontentare tutti, famiglie, scuole e Comuni. Si sta cercando innanzitutto di garantire il tempo prolungato a tutti quelli che ne hanno usufruito in passato: le richieste dallo scorso anno scolastico sono aumentate dall’8 all’11 per cento dei frequentanti. Ma il problema continua a riguardare le scuole che non raggiungono le iscrizioni necessarie alla sopravvivenza del plesso. Sul territorio provinciale sono 281 le classi che non raggiungono il numero stabilito dal ministero: «Malgrado si sapesse che le prime non potevano avere meno di 15 alunni, ho ricevuto oltre 50 richieste sottodimensionate» si è lamentata Bigardi.

Arriva proprio da qui l’allarme lanciato dalle famiglie: la manovra di accorpamento delle classi convince poco perché potrebbe essere realizzata sia in modo orizzontale, cioè fra classi coetanee, che in modo verticale, cioè unendo una prima e una seconda. Impraticabile, secondo i genitori, ma probabilmente l’unico modo per salvare quanto costruito in questi anni dalle amministrazioni che hanno investito nell’edilizia e nei servizi. Sono stati confermati i 150 tagli al personale docente, ma non è ancora stato stabilito se il numero comprenderà anche i pensionamenti. È invece ancora in esame la possibilità di chiudere alcune scuole esistenti, quelle che non raggiungono i 50 iscritti. «Vogliamo sapere dove andranno a scuola i nostri bambini» ha gridato una madre. Un applauso si è sollevato dal fondo: una domanda che ancora non trova risposta.

L’occasione per il dibattito si è avuta giovedì sera, quando Bigardi ha incontrato i rappresentanti di Anci Veneto e del coordinamento provinciale dei comitati dei genitori: oltre 350 i partecipanti al dibattito tenutosi a Paese. Presenti consiglieri comunali, provinciali e regionali; quasi del tutto assenti i dirigenti scolastici, con grande rammarico degli organizzatori. I genitori invece riempivano la platea. Hanno atteso il loro turno in silenzio, ascoltando la relazione della dirigente e la lettura dei documenti di Anci e del coordinamento, e poi hanno alzato la voce. «Spariscono le classi» gridavano alcuni. «Mia figlia ha 5 anni, non è colpa sua se c’è la crisi» ha esordito il rappresentante del comitato villorbese Paolo Giordano. «La scuola non è un costo, né un servizio – ha detto una mamma – il trasporto lo è, la scuola è un diritto». Da giorni la Bigardi sta analizzando la casistica, istituto per istituto, ma i dati non sono ancora completi: qualcosa di più si saprà entro lunedì, quando verranno pubblicati sul sito del provveditorato. Al termine dell’incontro si è alzata la polemica: «Consiglieri provinciali di maggioranza hanno presentato una mozione in Consiglio a sostegno riforma Gelmini – ha concluso uno degli organizzatori - . Abbiamo raccolto le firme di 4.500 famiglie che invece vi si oppongono. La provincia non tiene conto di quello che pensano i cittadini».