Scuole private e redditometro. di Antonio Criscione, Il Sole 24 Ore 29.4.2009 L'agenzia delle Entrate prova a smorzare le polemiche seguite alla citazione, all'interno della circolare 13/E del 9 aprile, della frequenza a scuole private come indicatore di ricchezza per il redditometro. A confermare che il Fisco non considera la scuola privata un lusso interviene con una lettera il direttore dell'agenzia delle Entrate, Attilio Befera (si veda il testo più sotto). In realtà, operando con un confronto su cinque anni e concedendo una franchigia per far scattare l'accertamento, il redditometro porta a un numero di controlli tutto sommato estremamente limitato rispetto alle possibilità di individuazione di situazioni a rischio da parte dell'Agenzia. Il redditometro, allo stato attuale, può rilevare solo situazioni di estrema "insostenibilità". L'obiettivo del Fisco, però, è realizzare una cartella con tutti i dati dei contribuenti e confrontare spese effettuate e redditi dichiarati. Per individuare le situazioni a maggior rischio, quindi, la frequenza di una scuola privata non basta da sola a focalizzare l'attenzione su un contribuente; è un dato di cui ci si serve per ricostruire la situazione complessiva del soggetto, ma mancano anche i coefficienti per utilizzarla ai fini della ricostruzione del reddito attraverso lo strumento del «sintetico». Le banche dati del Fisco, invece, contengono ormai una serie di informazioni il cui incrocio permette un identikit molto accurato del contribuente. E gli strumenti informatici consentono di affinare la ricerca escludendo dati che potrebbero portare fuori pista. È il caso, per esempio, dell'applicazione «fascicolo del contribuente» (anticipata sul Sole 24 Ore del 24 marzo) che permette di scremare i dati dei conti. Dai numeri, però, l'utilizzo dello strumento risulta estremamente parsimonioso. Per l'anno in corso l'agenzia delle Entrate ha preventivato 12.500 accertamenti sintetici, che raddoppieranno nel 2010 e diventeranno 35.000 nel 2011. E uno solo degli indicatori del redditometro, le auto, fornirebbe già da solo una platea sovrabbondante di soggetti: le auto che possono essere classificate di lusso secondo le indicazioni delle Entrate (in linea di massima, autovetture con cilindrata di almeno 2.500 cc) a fine 2007, secondo i dati Aci, erano quasi un milione (122.535 solo quelle immatricolate quell'anno). Non potendo verificare tutti, nel mirino finiscono le situazioni più insostenibili che emergono dall'incrocio dei vari dati, tanto che come evidenziato dai rappresentanti dell'agenzia delle Entrate nella conferenza stampa del 23 marzo, cresce il numero delle adesioni anche a questo tipo di accertamenti. Secondo fonti delle Entrate, inoltre, i dati del redditometro vengono verificati sulle ultime cinque annualità e non solo sulle ultime due (che basterebbero a far scattare l'accertamento, ricorrendone i presupposti), per capire se si sono verificati eventi che possono giustificare la capacità di spesa, come disinvestimenti (per esempio, la vendita di un immobile).
Inoltre, l'Agenzia guarda la situazione della famiglia (anche se può
farlo solo per quelle fiscalmente dichiarate e dichiarabili) ed
evita accertamenti reddituali a carico di persone i cui familiari
possono permettersi la spesa. In sede di contraddittorio, i
contribuenti possono poi mostrare di avere redditi che giustificano
le spese. Un caso frequente è quello di redditi agricoli che essendo
catastizzati restano fiscalmente bassi anche quando sono in realtà
alti. Anche redditi esenti o da non dichiarare possono essere
opposti. Frequenti negli ultimi anni anche i casi in cui i
contribuenti hanno opposto redditi coperti da scudo fiscale. |