I vigili
del fuoco: sarebbe bastata una scossa
di media intensità per farla CROLLARE
Chiusa la scuola con le fondamenta marce
Catania: dopo una serie di esposti e
segnalazioni,
posti i sigilli a un istituto che aveva travi e pilastri rovinati
Alfio Sciacca Il Corriere della Sera, 17.4.2009
CATANIA – Bella all’esterno e marcia nelle fondamenta. Così una delle
più affollate scuole di una delle città a più alto rischio sismico
d’Italia. A Catania gli interventi di manutenzione nell’istituto
comprensivo "Angelo Musco" venivano eseguiti per abbellire la
facciata esterna e pavimentare gli spazi all’aperto mentre pilastri
e travi continuavano a marcire. Una situazione che si trascina da
anni. Fino a quando non è intervenuta la magistratura che due giorni
fa ha disposto il sequestro della scuola ed ordinato il
trasferimento degli oltre 500 alunni che la frequentano.
GLI ESPOSTI E L'INDAGINE - I
vigili del fuoco hanno stabilito che sarebbe bastata «una
sollecitazione di tipo orizzontale», dunque una scossa di media
intensità, per far crollare la scuola. L’indagine della Procura di
Catania è scattata dopo l’ultima di una lunga serie di esposti e
segnalazioni presentati prima dalla preside della scuola e poi da
un’impresa, la Pozzobon Spa, che ha eseguito lavori per
l’adeguamento alla normativa antincendio. «Passando i cavi nel piano
cantinato –spiega il direttore tecnico dell’impresa Carlo De
Leonardis- ci siamo accorti che pilastri e travi sono completamente
corrosi. In alcuni pilastri mancavano persino le staffe. Quando gli
alunni si agitavano più del normale avevamo la sensazione che tutto
potesse crollare da un momento all’altro. Abbiamo fatto diverse
segnalazioni ma non è successo nulla». Fino all’ultima denuncia
inoltrata alla Procura della Repubblica il 27 marzo scorso, nove
giorni prima del terremoto in Abruzzo. Probabilmente è stata la
scossa all’Aquila a rendere più sensibili anche i magistrati che,
oltre a sequestrare la scuola, stanno per notificare una raffica di
avvisi di garanzia a quanti sapevano e non sono mai intervenuti per
mettere in sicurezza la scuola. Anche perché agli esposti presentati
dalla Pozzobon erano state allegate le stesse foto che potete vedere
nella gallery e che parlano da sole.
EDIFICATA IN UNA ZONA ARGILLOSA
- I problemi della scuola "Musco" vengono da lontano in quanto è
stata edificata in una zona argillosa con notevoli infiltrazioni
d’acqua. In inverno gli scantinati si allagano e questo spiega la
progressiva corrosione delle strutture in cemento armato. Allarmati
i genitori degli alunni: «Perché hanno speso tanti soldi solo per
mettere il belletto alla scuola?». Passa al contrattacco la preside
Cristina Cascio: «Ci dispiace che per affrontare un problema a lungo
segnalato si debba aspettare l’intervento della Procura e mi
dispiace anche che la Procura si sia mossa oggi e non a seguito
della nostra segnalazione del maggio 2006». Sconcertato anche
l’assessore comunale alla Pubblica Istruzione Sebastiano
Arcidiacono: «Non capisco come questa situazione sia potuta durare
tutto questo tempo». Insomma neanche al comune si sentono
responsabili per il rischio con cui hanno dovuto convivere per anni
i 500 alunni della “Musco”. Eppure non c’era bisogno del terremoto
in Abruzzo per sapere che Catania è forse l’area a più alto rischio
sismico d’Italia e sono decine le scuole della città che attendono
di essere messe in sicurezza.